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DelendaCarthago
La
Compagnia dell'Anello
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Il Gruppo Padovano di Protesta
Nazionale o meglio La Compagnia dell' Anello, ha rappresentato
e rappresenta tutt'ora un vero e proprio baluardo della
cultura e della destra tradizionale. Le sue origini risalgono
ai lontani anni 70', anni di lotte, di privazioni, di
regime... Il merito che si deve attribuire alla CDA e' di aver
permesso ad intere generazioni di sognare, di trovare in
quelle poesie la forza di andare avanti anche quando tutto e
tutti ti remano contro, in quelle canzoni si trovano le parole
che ci contraddistinguono dagli altri, le parole che
rappresentano noi stessi. Riteniamo doveroso riconoscere che
in ambito nazionale e internazionale siano pochi i gruppi a
vantare una storia come quella della compagnia.., quanti
gruppi sono nati strimpellando le loro canzoni, anche noi
abbiamo iniziato così: suonare Dedicato all'Europa, Sulla
strada, Anche se tutti noi no, e' come suonare degli inni. La
CDA e' l'esempio più evidente della continuità, del valore,
della tradizione; noi tutti, a prescindere dalle mille
divergenze politiche e non, possiamo trovare nella compagnia
un punto d'incontro... .Con questa pagina abbiamo voluto
esprimere tutto il nostro riconoscimento a questi 9 poeti
guerrieri… un saluto compagnia!! che il vostro viaggio non
finisca mai…
www.compagniadellanello.net
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Intervista alla Compagnia dell' Anello!
- Nel vostro ultimo lavoro riprendete il tema
della questione istriana…, credete che nella coscienza
degli italiani sia ancora vivo il ricordo degli esuli
istriani e dalmati?
- Decenni di silenzio hanno lasciato il segno. Da
qualche anno però, lentamente ma inesorabilmente, la
verità storica sta venendo a galla. Il lavoro più
importante è quello da compiere verso le giovani
generazioni, a cominciare dalla scuola. Nelle Venezie
è tutto più facile perché esiste una memoria che è
stata trasmessa di padre in figlio e siamo aiutati
dalla forte presenza numerica di molti esuli.
Purtroppo l’ignoranza sul dramma istro-dalmata è
una piaga che appartiene a tutto il popolo italiano.
Basti pensare ad una cosa banale come le guide
turistiche stampate in Italia ad uso dei turisti
italiani: i nomi delle città costruite dai romani e
dai veneziani in Istria e Dalmazia sono riportati
spesso in lingua slava…e nella sezione storica nulla
viene detto sull’olocausto adriatico…Di fronte a
noi c’è un lavoro immenso da fare per ricostruire
una pagina di storia che appartiene a tutto il nostro
popolo, in quest’ottica anche una canzone può
servire allo scopo…
- Nelle vostre canzoni fate spesso riferimento a
storie di vita vissuta; quali sono state quelle che vi
hanno più di tutte formato?
- Per i meno giovani fra noi, sicuramente le
esperienze fatte negli anni ’70 e ’80. Nel primo
periodo la formazione “sulle barricate” per
difendere semplicemente il diritto ad esistere. Nel
secondo, l’approfondimento culturale e la ricerca
delle radici insieme a tutti i tentativi fatti per
ridefinire il senso di una comunità e di un progetto
incentrato su una visione antimaterialista della vita.
Purtroppo, l’attuale stato di depressione della
Destra italiana, in tutti i suoi aspetti, non lascia
presagire nulla di buono ma… la speranza è
l’ultima a morire.
- Cosa è cambiato nel panorama musicale d’area
dagli anni ’70 ad oggi?
- Fondamentale è stato l’arricchimento strumentale
utilizzato dai singoli e dai gruppi: non più chitarre
e voci, bensì vere e proprie sezioni composte da
tastiere, fiati, archi , batteria, basso etc. A tutto
ciò va aggiunta una scelta precisa verso la qualità
delle esecuzioni da parte dei principali gruppi
italiani di “alternativa”. I testi attuali
risentono sicuramente del mutamento “climatico”
intervenuto dal 1970 ad oggi… ma mantengono
inalterata, ed è questo che contraddistingue la
canzone alternativa dagli altri generi musicali, la
stessa visione della vita: antimaterialista e ancorata
ai valori della Tradizione.
- Dove trovate le forza per continuare a
contraddistinguervi dagli altri gruppi musicali?
- Tutto nasce da una “magica” alchimia fra
passione politica e passione musicale. Se pensate che
abitiamo in Regioni diverse, distanti fra loro anche
centinaia di chilometri, ogni concerto e ogni
incisione rappresentano per noi veri e propri piccoli
“miracoli” che si ripetono puntualmente al momento
di salire sul palco o di entrare in sala prove. A quel
punto, l’età, la stanchezza, i soliti problemi
organizzativi scompaiono d’incanto e si parte per
una nuova avventura…
- A quale pezzo siete più legati? Perché?
- Forse a Terra di Thule. Musica e testo molto
semplici. Un racconto metaforico in cui migliaia di
giovani si sono riconosciuti e si riconoscono in tutta
Italia. Scritta nel 1980, conserva ancora oggi, e i
riscontri durante i concerti ce lo confermano, tutta
la sua potenzialità evocativa originaria.
- Con l’uscita cinematografica della trilogia di
Tolkien, il Vostro nome è diventato ormai comune a tutti;
cosa ne pensi a riguardo?
- C’ispirammo a Tolkien perché ci sentivamo,
veramente, nella vita quotidiana degli anni ’70,
come gli Hobbit della Contea in lotta contro
l’Oscuro Signore e i suoi fetidi Orchetti. La
disparità fra le forze in campo, le menzogne usate
dagli avversari, l’Ombra nera che avvolgeva le
coscienze dei “benpensanti”, tutto per noi
collimava perfettamente. Oggi la saga dell’Anello è
conosciuta dai più attraverso il cinema ma conserva
intatta tutta la sua potenza evocativa e comunque
veicola i valori tradizionali e antimoderni cari al
professore di Oxford e condivisi, allora come oggi,
dalla nostra cultura.
- Credete che oggi, in questo mondo di
“TURCOMANNI INDUSTRIALI”, esista ancora una TERRA DI
THULE?
- Certamente sì. Dove esistono, anche piccole,
comunità di uomini e donne che vivono e operano con
spirito di servizio per tenere accesa la fiaccola
ricevuta dai nostri Padri, là esiste Thule. Non
importa in quale ambito essi svolgano la loro opera:
la cosa essenziale è che agiscano sempre con purezza
di cuore, “astuti come serpenti e candidi come
colombe”. L’esempio personale vale più di mille
discorsi e, alla fine, riesce a determinare il
cambiamento.
- Quali sono i vostri progetti per il futuro?
Avete già in mente un nuovo lavoro?
- L’Associazione CDA-Compagnia dell’Anello è nata
per rendere indipendente una produzione fuori dai
circuiti commerciali. A breve pubblicheremo il nuovo
lavoro di Alchemia Celta, già in fase finale di
incisione e un libro con tutti gli spartiti e i testi
della Compagnia. Con Lorien esistono progetti per
convegni e mostre sulla canzone alternativa da
realizzare con il concorso di altre associazioni,
infine, entro l’anno, dovrebbero finalmente vedere
la luce le ristampe di Terra di Thule e In rotta per
Bisanzio. Per il 2004 (i nostri primi 30 anni) …
sorpresa !
- Credete sia ancora possibile oggi, realizzare
eventi come i mitici Campi Hobbit?
- I volontari che hanno permesso la realizzazione dei
primi tre “storici” Campi hanno adesso dai 40 ai
50 anni… Ci vorrebbe una generazione di militanti in
grado di affrontare sacrifici non indifferenti e,
soprattutto, con l’esigenza di dire qualcosa per
interpretare il presente come fecero all’epoca
uomini come Generoso Simeone e Umberto Croppi. Noi
speriamo che una tale generazione prima o poi dichiari
di esistere e “batta un colpo”… come Compagnia
possiamo solo dire, ancora una volta: “Ci
saremo!”.
Saluti e ringraziamenti alla Compagnia
dell'Anello
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