La storia della Società "Panaro | Remo contro degrado (canottaggio) | Medagliere Italiano alle Olimpiadi Inv. | Team Ricci Sport | |
LA
GLORIOSA STORIA DEI 132 ANNI DELLA "PANARO"
di Sandro Bellei
La "Panaro" .Un fiore all'occhiello dello sport modenese. Conta 132
anni, ma a differenza di quelle simpatiche vecchiette che per vezzo, sapendo di
non dimostrarla per intero, si aumentano l'età, dichiara di essere più giovane
di quanto sia in realtà. I documenti attestano che fu fondata, nel giugno del
1870, da quattro studenti dell'Istituto Tecnico (Giuseppe Bertoni, Clemente Pullè,
Leone Segre ed Ermete Vandelli) con la denominazione di "Società Modenese
dei Dilettanti di Ginnastica".
In realtà, gia tre anni prima, nel maggio 1867, quegli stessi giovani,
cominciando a esercitarsi nel granaio di una vecchia casa in via Caselline,
avevano costituito un sodalizio con lo stesso nome. Lo si deduce dal numero
speciale del quotidiano cittadino "Il Panaro" che, nell'agosto 1904,
dedicando un'intera pagina al trionfo dei ginnasti modenesi a Mons in Belgio,
ricorda con un trafiletto il nome di quei pionieri. I quattro studenti, qualche
anno dopo la fondazione della società, nella domanda presentata al Ministero
della pubblica istruzione per organizzare corsi di ginnastica aperti a
insegnanti delle scuole elementari, spiegano chiaramente le motivazioni della
loro iniziativa: in quell'epoca la nostra città non aveva alcun ritrovo né
pubblico né privato ove si studiassero le discipline ginnastiche. L'idea
dello sport, come già da tempo l'intendevano gli inglesi, in Italia non era
neanche all'orizzonte. L'esercizio fisico era riservato ai militari o a qualche
"modernista" che l'aveva visto praticare all'estero. Anche il gioco
del calcio, o '"football" come era chiamato da tutti, fu importato
dall'Inghilterra. E il primo approdo fu Genova, dove nel 1893 nacque il "Genoa
Cricket and Football Club". Nell'autunno 1870, la societa' dei quattro
studenti ebbe la sua prima sede in due stanzette al pianterreno del fabbricato
dell'ex convento di Santa Margherita, all'angolo fra via Fonteraso e corso
Canalgrande, allora chiamate rispettivamente contrada del Fonte raso e corso del
Canal-grande.
Era stato quasi in quel punto che, quarant'anni prima, Francesco IV aveva fatto
puntare il cannone contro la prospiciente casa di Ciro Menotti. La carica di
presidente fu assunta prima dal conte Clemente Pullèe poi dal prof. Giuseppe
Bertoni, due dei reduci di quel gruppetto di ragazzi che andavano tutte le sere
a sfogare la loro energia d'adolescenti in via Caselline in casa di un certo
Golfieri. I primi anni di vita della società non furono facili. Nonostante
fosse inutilmente chiesto al Comune di costruire una palestra, come era già
accaduto in alcune città, nascevano altre società ginniche, la "Società
degli Studenti", con sede in rua Muro nell'attuale ex caserma Santa Chiara,
e la "Società Scacciapensieri", che aveva trovato una stanzetta
nel palazzo Stoffi di fronte di quello dei conti Forni. I problemi, però, non
erano rappresentati dalla concorrenza che stava nascendo (la "Panaro"
aveva già un centinaio di soci), ma dai contrastanti sull'indirizzo tecnico dei
programmi della ginnastica. Da tempo, la Federazione Ginnastica Italiana che era
nata a Venezia nel 1869, s'interrogava se l'indirizzo prevalente dovesse essere
quello "educativo", come sosteneva Giuseppe Bertoni, oppure quello
"acrobatico", privilegiato da Giusto Folloni che ebbe la prima
intuizione di chiamare questo tipo di esercizi "ginnastica libera".
L'assemblea convocata per dirimere il dilemma il 7 dicembre 1874 fu subito calda
e si spaccò esattamente in due, 45 contro 45. Il presidente fece prevalere un
articolo dello statuto che, in questi casi, gli dava la possibilità di far
pendere il voto a suo favore. Fulloni e altri 26 soci abbandonarono la sala e
annunciarono la nascita di un'altra società. Si sarebbe chiamata "La
Fratellanza" e avrebbe attinto giovani anche dagli altri sodalizi che già
esistevano in città Il sodalizio del prof. Bertoni, che nel frattempo aveva
ottenuto dall'Istituto del Patronato dei Figli del Popolo l'uso di una vasta
sala ricavata nella parte superiore dell'ex chiesa di Santa Margherita, lasciò
la sua primitiva denominazione per assumere quella di "Società di
Ginnastica del Panaro". Un anno dopo, nel dicembre 1875, accolse nel suo
seno il "Circolo Schermistico Fanfulla" e il nome si completò
definitivamente in quello odierno di "Società di Ginnastica e Scherma del
Panaro".
Dal 1882, a Modena, ebbe sede la Federazione Nazionale
delle Società Ginnastiche Italiane, di cui i modenesi avv. Pio Vecchi e prof.
Giuseppe Bertoni furono presidente e segretario fino al trasferimento della sede
federale a Roma nel 1887. In quell'anno, la presidenza onoraria della Panaro fu
offerta al principe di Napoli, Vittorio Emanuele, che la mantenne anche dopo
l'avvento al trono, nel 1900.
Il sodalizio modenese, che con l'inizio del secolo affiancò alla sezione della
ginnastica anche quelle dell'atletica leggera e del ciclismo, operò sia al
servizio dell'educazione fisica dei giovani che in campo agonistico nazionale e
internazionale, dove raccolse successi clamorosi soprattutto a Marsiglia nel
1903 e a Mons nel 1904. L'atleta certamente maggiormente rappresentativo della
Panaro, il più grande ginnasta della sua epoca, è stato Alberto Braglia, la
cui vita può essere paragonata a una favola per aver vissuto la gloria degli
allori olimpici ma anche miseria e umiliazioni. Nei primi decenni del secolo
scorso, lo sport rappresentava un passatempo dopolavoristico. Gli sponsor e gli
ingaggi miliardari attuali non erano neanche lontanamente prevedibili. Per
emergere occorreva una volontà di ferro e un carattere d'acciaio. Braglia, nato
il 23 aprile 1883 in una famiglia modenese molto povera che abitava poco fuori
le mura, nel quartiere San Faustino, ragazzo taciturno anche perchè
balbuziente, non amava i contatti umani. Stranamente, furono proprio queste
caratteristiche a incanalare la sua forza esplosiva verso il lavoro in palestra,
prima alla "Fratellanza poi alla "Panaro", sotto la guida
dell'istruttore Carlo Frascaroli. Figlio di un muratore che si era trasferito da
Campogalliano in città per mantenere sei figli, garzone di fornaio di giorno e
atleta la sera, Alberto Braglia allenò il fisico e affinò il talento fino a
far diventare il suo corpo una vera e propria "macchina" per lo sport.
Dopo il trionfo di Mons, l'atleta modenese, nel 1906, in occasione dei
festeggiamenti per il decennale della prima Olimpiade, fu invitato ad Atene. La
sparuta comitiva italiana sembrava un'armata Brancaleone. Braglia, che era
accompagnato a sue spese da un amico, il capitano Giulio Formigini, si fece
notare dalla stampa perchè, durante la traversata da Brindisi ad Atena, soffrì
di mal di mare. Il malessere dell'atleta fu raccontato sul "Corriere della
sera" da Renato Simoni, che sarebbe poi diventato più noto come
commediografo. Coi piedi a terra, però, l'ex fornaio balbuziente tornò subito
padrone di sè stesso. A soli 23 anni, ottenne il primo successo internazionale
che lo impose all'attenzione del mondo. Vinse le medaglie d'oro sia nel
pentathlon ginnastico (sbarra, parallele, salto del cavallo in linea, anelli e
salto misto) che nell'esathlon (tutte le gare dell'altra prova più il salto al
cavallo trasversale). La notizia arrivò a Modena con un telegramma e il primo a
sapere della doppia vittoria fu il sindaco Luigi Albinelli, che predispose per
il ritorno di Braglia un ricevimento degno di un console romano. L'atleta era
formidabile, ma l'uomo molto semplice. A testimoniarlo bastano due episodi. Il
primo accadde quando tutta la città, con in testa le autorità e la fanfara,
attesero invano a lungo il ginnasta che aveva preso un treno sbagliato. Il
secondo, quando confessòdi aver gettato dal finestrino del treno ("perchè
si era sciupata") la corona d'alloro che il re di Grecia gli aveva posto
sul capo. Ma ancor di più: per modestia sciupò l'irripetibile occasione
offertagli da Vittorio Emanuele, che lo convocò al Quirinale per
conoscerlo e chiedergli di cosa potesse essere fatto chi aveva così
altamente onorato l'Italia.
Braglia, emozionato, rispose a monosillabi alle domande del re e seppe dire
soltanto che avrebbe voluto un posto d'operaio alla Manifattura dei tabacchi di
Modena. Ovviamente, fu subito accontentato. Due anni dopo, a Londra, si tennero
le vere Olimpiadi. Braglia diede spettacolo. Al cavallo con maniglie, prima
dell'esercizio, staccò i due sostegni ed eseguì ugualmente la prova in
assoluta naturalezza. Vinse ai quattro attrezzi, creando uno stile e adoperando
tecniche che sono un riferimento anche per gli atleti d'oggi. Insomma, un
trionfo, ma con la gloria non si sbarca il lunario.
Tornato in Italia, sull'esempio del carpigiano Dorando Pietri, vincitore morale
della maratona di Londra, che guadagnava parecchio correndo in ogni continente
contro vari campioni, l'atleta si esibì prima con un gruppo acrobatico
modenese, la "Famiglia Panciroli", poi esordì il 23 aprile 1910 al
Teatro Storchi di Modena in uno spettacolo tutto suo denominato "La
torpedine umana". Braglia s'infilava in un carrello fissato a un binario
che dalla galleria a gradoni del teatro scorreva fino al palcoscenico in forte
pendenza. Breve risalita, poi due ganci d'acciaio bloccavano di colpo
l'abitacolo e l'atleta, lanciato nel vuoto per forza d'inerzia, afferrava un
trapezio pendente dal graticcio della soffitta posto a notevole altezza. Il
numero era pericoloso ma, come nei circhi, esisteva una rete di protezione.
Nonostante ciò, benchè assistito dal fratello Giovanni, dopo l'insuccesso del
debutto, alla seconda esibizione gli occorse un grave incidente che lo costrinse
all'inattività per quasi due anni. Le ferree regole dell'epoca sul
professionismo imposero alla Federazione, dopo una breve indagine, di
squalificare Braglia con l'accusa di professionismo. La sua popolarità,
tuttavia, era tale da farlo riabilitare in vista delle Olimpiadi di Stoccolma
del 1912.
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Fu in questo periodo, agli inizi degli anni 70 che, in collaborazione con la Virtus di Bologna, nacque l'idea di creare a Pavullo un Centro estivo per la ginnastica. Da quella fucina sarebbero poi usciti tanti giovani e brillanti allievi della Panaro In quegli stessi anni, la società potè finalmente rinnovare la vecchia sede di via Fonteraso, dove per qualche tempo Alberto Braglia aveva dovuto subire l'umiliazione di fare il custode della palestra intitolata al suo leggendario nome. Il periodo di maggiore espansione sportiva della società coincise con le presidenze di Alfredo Corradini (1961-19759 e di Fausto Arata (1975-1985), che si superarono per far entrare nel cuore dei modenesi un sodalizio dalle tradizioni così illustri. Quando, per ragioni di lavoro, Arata dovette lasciare la presidenza, il suo posto fu preso dall?avv. Franco Zurlini, che s'assunse la gran responsabilitàdi continuare nella scia di chi aveva saputo dare una grande svolta anche d'immagine alla "Panaro". I risultati non mancarono ugualmente, e non solo nella ginnastica. Stefano Boschi, fiorettista di razza, dopo una lunga gavetta, si laureò più volte campione italiano. Nel 1981, dopo i Campionati mondiali militari, s'impose alle Universiadi. Ciò era il frutto d'una tradizione schermistica sempre stata presente nel blasone della "Panaro" e che aveva avuto in Vera Mantovani un'atleta più volte azzurra e in Bruno e Vittorio Cucchiara, figli d'un gran maestro come Elio, appassionati istruttori e dirigenti. Dopo una breve parentesi di chi scrive, successiva alla presidenza Zurlini, al vertice della società giunse Paolo Malavolti, grande sportivo, che era sempre stato, anche in passato, l'effettiva guida, tecnica e morale della "Panaro". Con lui e il passaggio della società nella sede di via Sadoleto, che s'affiancava a quella di piazza Cittadella, gli atleti della ginnastica, della scherma e della lotta ripresero ad affermarsi anche a livello nazionale. Furono gli anni d'oro di grandi ginnasti come Marcello Barbieri, campione italiano ed europeo, poi sfortunata riserva alle Olimpiadi di Barcellona, di Domenico Giangregorio e di Andrea Anceschi, legittimi eredi della gloriosa tradizione iniziata da Alberto Braglia e continuata da Otello Ternelli, che allo sport offrì in seguito la sua passione anche come assessore. Fu, questo, il momento magico d'un abilissimo istruttore come Ermanno Barbieri, purtroppo prematuramente scomparso quando poteva ancora offrire tutta la sua grande esperienza alla ginnastica modenese. Verso la fine degli anni 90, la "Panaro", grazie alla sponsorizzazione del Pastificio di Carlo Rossi, ha potuto avvalersi nella sua già forte squadra di ginnastica di un fuoriclasse come Juri Chechi, che ha consentito alla società modenese di toccare di nuovo vertici nazionali. Con l'avvento, al termine della presidenza Malavolti, di Ormes Corradini, l'ultracentenaria società sportiva si è posta il traguardo d'essere considerata da tutti gli sportivi un fiore all'occhiello della città. Del resto, un sodalizio che nei suoi 130 anni di vita si è interessato di tante discipline (ginnastica, scherma, lotta, sollevamento pesi, atletica leggera, judo, calcio, pugilato, nuoto, tuffi, pallanuoto, tiro a segno, pattinaggio a rotelle, pallavolo e basket) può ben andar fiero del premio che il Coni gli ha assegnato di recente a Roma. Simboleggia da solo i 42 campionati italiani, ma soprattutto gli 8 "ori"e i 3 "bronzo" olimpici, conquistati nel corso di una lunga storia cui diedero inizio il 17 maggio 1867 quattro studenti di un istituto tecnico cittadino, Giuseppe Bertoni, Clemente Pullè, Leone Segre ed Ermete Vandelli
I molti modenesi che hanno frequentato i laghetti di Campogalliano in cerca di pace e di tranquillità per andare a pescare o alla ricerca del fresco durante i mesi estivi avranno senz'altro notato i due grandi cartelloni installati dalla Provincia e che pubblicizzano la costruzione nel Parco Fluviale di un bacino di canottaggio. Quei cartelli sono sul posto da una quindicina d'anni, e della costruzione del bacino se ne parlava anche dieci anni prima di quella data. E' trascorso dunque un quarto di secolo ma di quei progetti, che in realtà avevano avuto un inizio, non se se ne è mai più parlato e tanto meno oggi non si riesce a sapere dove e come siano stati spesi gli stanziamenti e se vi è ancora la volontà di proseguire.
L'importo devoluto per il primo stralcio dei lavori comportava una cifra di L. 1. 017.436.500. Le imprese che dovevano e che in parte hanno svolto lavori erano : SISTEMA - INCAM e ACEA costruzioni; lil progetto dell studio CUPPINI e Associati di Bologna e lo Studio Tecnico dell'Ing. Bambini e Ing. Lusvarghi di Campogalliano.
All'inizio degli anni novanta numerose riunioni si sono tenute nella sede della Provincia di Modena con la presenza di assessori, esperti, progettisti, rappresentanti di Federazioni Sportive e sembrava che il progetto prendesse veramente consistenza poi tutto si è fermato.
L'attività sportiva che attualmente si svolge ai laghetti è quella della canoa che tra l'altro ha dato tantissime soddisfazioni allo sport modenese dato che gli atleti allenati dal Prof. Riccardo Pedrazzi e condotti dal Presidente della Canottieri Mutina Livno Bettelli hanno raggiunto prestigiosi traguardi anche a livello nazionale. Ma a costo di tantissimi sacrifici: Avete mai visto i piccoli locali dove sono accatastate le canoe e un solo skiff per il canottaggio? OPPURE I LOCALI DOVE GLI ATLETI SI SPOGLIANO O DOVE FANNO ALLENAMENTO CON I PESI?
Non è possibile che negli anni duemila con sport ricchissimi e stramiliardari altri sport, quali quelli della canoa e del canottaggio per i quali la stampa si entusiasma solo quando vincono medaglie d'oro alle olimpiadi o ai mondiali, debbano arrancare per avere il minimo indispensabile per cercare di far gareggiare i loro atleti e non sempre ci riescono. Ai laghetti di canoa se ne è fatta e se ne stà facendo tanta; ma per il canottaggio niente. Le lunghe barche dei canottieri non hanno lo possibilità di manovrare negli spazi ristretti dove invece la canoa si muove con disinvoltura.
Di conseguenza da decenni, dopo che nel fiume Secchia dove vi era la sede della Canottieri Mutina sino agli anni '50, la scuola modenese del remo che negli anni anteguerra era vivacissima non ha più avuto alcuna possibilità di esprimere quei talenti sportivi che la nostra terra produce da sempre.
Non è poi da sottovalutare la situazione aria,acqua,territorio, ambiente. Sono elementi che la natura ci offre per vivere, ma che l'uomo d'oggi, malgrado le tante chiacchere, tende a trascurare se non a distruggere. Si assiste sempre di più al degrado ed allo scempio di questi elementi pur facendo enunciazione continua di principio nei confronti della salvaguardia degli stessi e si promulgano leggi che molto spesso sono in contrasto con i principi dichiarati. Non vi è mai stata nella storia nessuna civiltà come la nostra che ha prelevato tanto dall'ambiente rendendolo sempre più povero. Si commettono gravissimi atti di inquinamento che turbano sempre più l'equilibrio biologico.
Il mondo dello sport ha sempre dato molta importanza alle tematiche ambientalistiche nel momento in cui il delicato equilibrio ecologico rischia di essere seriamente compromesso da modelli di sviluppo spesso inadeguati, e sopratutto nel concepire l'attività sportiva non solo come pura espressione agonistica ma fondamentalmente come mezzo di formazione educativo-culturale.
Lo sport del remo pertanto tra le varie attività sportive , più di ogni altra, vive e fà sua la natura e introduce un discorso pedagogico che non passa attraverso elucubrazioni sofisticate in dibattiti e discussioni, ma attraverso la pratica, la presenza, l'esempio che deriva dall'attività giornaliera sugli specchi d'acqua siano essi lacustri, fluviali o marini si pone come assoluto protagonista di un tal modo di concepire la vita.
Il Canottaggio si pone pertanto all'attenzione di chi ama natura , sport, vita sana e all'aria aperta come promotore di una cultura nuova che proviene da un confronto che ha suscitato due percezioni ormai consolidate: che l'ambiente è una realtà viva ,fragile, complessa e che l'azione dell'uomo proprio perchè consapevole e dunque responsabile, è essenziale per il il recupero e la conservazione, oltre che del patrimonio culturale, anche di quello naturale.
L'area naturalistica di Campogalliano dove insiste una flora ed una fauna di notevole interesse è sconvolta al momento attuale da una irrazionale situazione. A fronte dei cartelli, anche numerosi, dove si consiglia di tutelare l'ambiente, si invitano i cittadini a comportarsi in modo adeguato per la difesa della natura in tutti i suoi aspetti, si lascia che sulla strada che attraversa i laghetti, dove vi sono pure ai bordi questa due maneggi dove si esercitano bambini e non, passino in continuazione ed anche a velocità sostenuta enormi autocarri adibiti al trasporto di ghiaia e quant'altro sollevando enormi polveroni alla faccia di chi và alla ricerca dell'aria pulita e della tranquillità.
E' assurdo che in un area di r5iequlibrio ecologico continuino ad insistervi sopra varie attività di tipo industriale e che nello stesso tempo nelle varie pubblicazioni o nei siti internet dei vari comuni del comprensorio e della Provincia si continui a reclamizzare l'area naturalistica. Altro discorso bisognerebbe fare sul degrado degli edifici che sorgono nelle adiacenze dei laghetti alcuni dei quali riportano ancora la cartellonistica relativa agli scopi ai quali erano destinati
Il documentario fotografico che segue illustra, ma in piccola parte, le situazioni che abbiamo sopradescritte.
Prof. Bruno Zucchini - Delegato Provinciale Federazione Italiana Canottaggio
IL MEDAGLIERE ITALIANO ALLE OLIMPIADI INVERNALI
Nome |
Disciplina
/ Specialità |
Medaglia |
Edizione |
|
|
|
|
Stefania Belmondo |
Sci di fondo 10 km tecnica classica |
bronzo |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Cristian Zorzi |
Sci di Fondo 1,5 Km sprint |
bronzo |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Barbara Fusa Poli, Maurizio Margaglio |
Pattinaggio di Figura danza su ghiaccio |
bronzo |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Karen Putzer |
Sci Alpino super gigante |
bronzo |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Lidia Trettel |
Snowboard slalom gigante parallelo |
bronzo |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Stefania Belmondo |
Sci di Fondo 30 Km tecnica classica |
argento |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Michele Antonioli, Maurizio Carnino, Fabio Carta, Nicola Franceschina, Nicola Rodigari |
Short
Track staffetta 5.000 m. |
argento |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Giorgio Di Centa, Fabio Maj, Pietro Piller Cottrer, Cristian Zorzi |
Sci di Fondo staffetta 4 x 10 Km |
argento |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Isolde Kostner |
Sci Alpino discesa libera |
argento |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Gabriella Paruzzi |
Sci di Fondo 30 Km tecnica classica |
oro |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Daniela Ceccarelli |
Sci Alpino super gigante |
oro |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Armin Zoeggeler |
Slittino singolo |
oro |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Stefania Belmondo |
Sci di Fondo 15 Km tecnica libera |
oro |
XIX - Lake City 2002 Dettaglio |
Stefania Belmondo, Manuela Di Centa, Karin Moroder, Gabriella Paruzzi |
Sci di Fondo 4 x 5 Km |
bronzo |
XVIII - Nagano 1998 Dettaglio |
Silvio Fauner |
Sci di Fondo 30 Km tecnica classica |
bronzo |
XVIII - Nagano 1998 Dettaglio |
Armin Zoeggeler |
Slittino singolo |
argento |
XVIII - Nagano 1998 Dettaglio |
Thomas Prugger |
Snowboard slalom gigante |
argento |
XVIII - Nagano 1998 Dettaglio |
Deborah Compagnoni |
Sci Alpino slalom donne |
argento |
XVIII - Nagano 1998 Dettaglio |
Marco Albarello, Silvio Fauner, Fabio Maj, Fulvio Vabusa |
Sci di Fondo 4 x 10 Km |
argento |
XVIII - Nagano 1998 Dettaglio |
Stefania Belmondo |
Sci di Fondo 30 Km tecnica libera donne |
argento |
XVIII - Nagano 1998 Dettaglio |
Pieralberto Carrara |
Sci di Fondo 20 Km |
argento |
XVIII - Nagano 1998 Dettaglio |
Deborah Compagnoni |
Sci Alpino slalom gigante donne |
oro |
XVIII - Nagano 1998 Dettaglio |
Guenther Huber, Antonio Tartaglia |
Bob a 2 |
oro |
XVIII - Nagano 1998 Dettaglio |
Guenther
Huber, Stefano Ticci |
Bob a
2 |
bronzo |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Armin Zoeggler |
Slittino singolo |
bronzo |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Isolde Kostner |
Sci Alpino discesa libera donne |
bronzo |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Isolde Kostner |
Sci Alpino super gigante donne |
bronzo |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Stefania Belmondo, Manuela Di Centa, Gabriella Paruzzi, Bice Vanzetta |
Sci di Fondo 4 x 5 Km |
bronzo |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Silvio Fauner |
Sci di Fondo 15 Km tecnica libera inseguimento |
bronzo |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Stefania Belmondo |
Sci di Fondo 10 Km tecnica libera inseguimento donne |
bronzo |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Marco Albarello |
Sci di Fondo 10 Km tecnica classica |
bronzo |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Mirko
Vuillermin |
Short
track 500 m |
argento |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Norbert
Huber, Hansjorg Raffl |
Slittino doppio |
argento |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Alberto Tomba |
Sci Alpino slalom speciale |
argento |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Manuela Di Centa |
Sci di Fondo 10 Km tecnica libera inseguimento donne |
argento |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Manuela Di Centa |
Sci di Fondo 5 Km tecnica classica donne |
argento |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Maurizio Carnino, Orazio Fagone, Hugo Herrnhof, Mirko Vuillermin |
Short
track staffetta 5.000 m |
oro |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Kurt
Brugger, Wilfried Huber |
Slittino doppio |
oro |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Gerda Weissensteiner |
Slittino monoposto donne |
oro |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Deborah Compagnoni |
Sci Alpino slalom gigante donne |
oro |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Marco Albarello, Maurilio De Zolt, Silvio Fauner, Giorgio Vanzetta |
Sci di Fondo 4 x 10 Km |
oro |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Manuela Di Centa |
Sci di Fondo 30 Km tecnica classica donne |
oro |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Manuela Di Centa |
Sci di Fondo 15 Km tecnica libera donne |
oro |
XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio |
Norbert
Huber, Hansjorg Raffl |
Slittino doppio |
bronzo |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Stefania Belmondo, Manuela Di Centa, Gabriella Paruzzi, Bice Vanzetta |
Sci di Fondo 4 x 5 Km |
bronzo |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Giorgio Vanzetta |
Sci di Fondo 50 Km |
bronzo |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Giorgio Vanzetta |
Sci di Fondo 15 Km inseguimento |
bronzo |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Marco Albarello, Silvio Fauner, Giuseppe Puliè, Giorgio Vanzetta |
Sci di Fondo 4 x 10 Km |
argento |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Stefania Belmondo |
Sci di Fondo 10 Km inseguimento donne |
argento |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Maurilio De Zolt |
Sci di Fondo 50 Km |
argento |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Marco Albarello |
Sci di Fondo 10 Km |
argento |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Alberto Tomba |
Sci Alpino slalom |
argento |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Gianfranco Martin |
Sci Alpino combinata |
argento |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Stefania Belmondo |
Sci di Fondo 30 Km donne |
oro |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Deborah Compagnoni |
Sci Alpino super gigante donne |
oro |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Alberto Tomba |
Sci Alpino slalom gigante |
oro |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Josef Polig |
Sci Alpino combinata |
oro |
XVI - Albertville 1992 Dettaglio |
Werner
Kiem, Gottlieb Taschler, Johan Passler, Andreas Zingerle |
Sci di Fondo Biathlon 4 x 7,5 Km |
bronzo |
XV - Calgary 1988 Dettaglio |
Johan Passler |
Sci di Fondo Biathlon 10 Km |
bronzo |
XV - Calgary 1988 Dettaglio |
Maurilio De Zolt |
Sci di Fondo 50 Km |
argento |
XV - Calgary 1988 Dettaglio |
Alberto Tomba |
Sci Alpino slalom speciale |
oro |
XV - Calgary 1988 Dettaglio |
Alberto Tomba |
Sci Alpino slalom gigante |
oro |
XV - Calgary 1988 Dettaglio |
Paul Hildgartner |
Slittino singolo |
oro |
XIV - Sarajevo 1984 Dettaglio |
Paoletta Magoni |
Sci Alpino slalom donne |
oro |
XIV - Sarajevo 1984 Dettaglio |
Karl
Brunner, Peter Gschnitzer |
Slittino doppio |
argento |
XIII - Lake Placid 1980 Dettaglio |
Paul Hildgartner |
Slittino singolo |
argento |
XIII - Lake Placid 1980 Dettaglio |
Jolanda Plank |
Sci Alpino discesa libera donne |
bronzo |
XII - Innsbruck 1976 Dettaglio |
Claudia Giordani |
Sci Alpino slalom donne |
argento |
XII - Innsbruck 1976 Dettaglio |
Gustavo Thoeni |
Sci Alpino slalom |
argento |
XII - Innsbruck 1976 Dettaglio |
Piero Gros |
Sci Alpino slalom |
oro |
XII - Innsbruck 1976 Dettaglio |
Rolando Thoeni |
Sci Alpino slalom |
bronzo |
XI - Sapporo 1972 Dettaglio |
Gianni Bonichon, Corrado Dal Fabbro, Nevio De Zordo, Adriano Frassinelli |
Bob a 4 |
argento |
XI - Sapporo 1972 Dettaglio |
Gustavo Thoeni |
Sci Alpino slalom |
argento |
XI - Sapporo 1972 Dettaglio |
Paul
Hildgartner, Walter Plaikner |
Slittino doppio |
oro |
XI - Sapporo 1972 Dettaglio |
Gustavo Thoeni |
Sci Alpino slalom gigante |
oro |
XI - Sapporo 1972 Dettaglio |
Mario Armano, Luciano De Paolis, Eugenio Monti, Roberto Zandonella |
Bob a 4 |
oro |
X - Grenoble 1968 Dettaglio |
Luciano De Paolis, Eugenio Monti |
Bob a 2 |
oro |
X - Grenoble 1968 Dettaglio |
Erika Lechner |
Slittino singolo donne |
oro |
X - Grenoble 1968 Dettaglio |
Franco Nones |
Sci di Fondo 30 Km |
oro |
X - Grenoble 1968 Dettaglio |
W.
Aussendorfer, S. Mair |
Slittino doppio uomini |
bronzo |
IX - Innsbruck 1964 Dettaglio |
Eugenio Monti, Benito Rigoni, G. Siorpaes, Sergio Siorpaes |
Bob a
4 |
bronzo |
IX - Innsbruck 1964 Dettaglio |
Eugenio Monti, Sergio Siorpaes |
Bob a
2 |
bronzo |
IX - Innsbruck 1964 Dettaglio |
Romano Bonagura. S. Zardini |
Bob a 2 |
argento |
IX - Innsbruck 1964 Dettaglio |
G. Minuzzo-Chenai |
Sci Alpino slalom gigante donne |
bronzo |
VIII - Squaw Valley 1960 Dettaglio |
Renzo Alverà, U. Girardi, Renato Mocellini, Eugenio Monti |
Bob a 4 |
argento |
VII - Cortina 1956 Dettaglio |
Renzo Alverà, Eugenio Monti |
Bob a 2 |
argento |
VII - Cortina 1956 Dettaglio |
Giacomo Luigi Conti, Lamberto Dalla Costa |
Bob a 2 |
oro |
VII - Cortina 1956 Dettaglio |
G. Minuzzo |
Sci Alpino discesa libera donne |
bronzo |
VI - Oslo 1952 Dettaglio |
Zeno Colò |
Sci Alpino discesa libera |
oro |
VI - Oslo 1952 Dettaglio |
Nino Bibbia |
Skeleton Skeleton |
oro |
V - Saint Moritz 1948 Dettaglio |
Luigi Perenni, Sisto Scilligo, Stefano Sertorelli, Enrico Silvestri |
Pattuglie militari Pattuglie militari |
oro |
IV - Garmisch P. 1936 Dettaglio |
CAMPIONATO
DEL MONDO MOTOCROSS
1.a prova, Zolder (Belgio)
2 aprile 2006
GUNDERSEN E IL TEAM
YAMAHA-RICCI RACING SUL PODIO IRIDATO
Il team Yamaha-Ricci
Racing si è portato subito alla ribalta del campionato del mondo di
motocross classe MX2 che ha aperto i battenti sul tracciato belga di Zolder.
Malgrado una forma fisica migliorabile e una tecnica di guida non ancora al
massimo livello per dell’assenza da un paio di stagioni dai gran premi dovuta
ad un infortunio, il neo acquisto Kenneth Gundersen ha mandato in porto
una fantastica gara che lo ha visto aggiudicarsi il terzo posto assoluto.
Un successo costruito alla grandissima forza di volontà del norvegese e ai
mezzi tecnici messigli a disposizione, ad iniziare dalla Yamaha YZ250F
kittata YRRD che ha confermato le proprie doti di guidabilità, potenza e
affidabilità. In entrambe le manche si è distinto per i recuperi che ha dovuto
affrontare per rimediare le partenze a metà gruppo. Nella prima Gundersen ha
ricevuto una sassata negli occhiali che ha dovuto gettare, ma pur con la
difficoltà di correre senza tale protezione ha scavalcato piloti su piloti sino
ad insediarsi al secondo posto, dovendo desistere dal rincorrere il
battistrada in quanto ormai troppo lontano; nella seconda ha nuovamente mandato
in porto un consistente recupero terminando in sesta posizione. “Il mio
team è incredibilmente fantastico” ha detto raggiante in conferenza stampa
Kenneth “è formato da persone amabilissime che mi supportano in ogni cosa, e
pur non essendo ufficiale è una delle migliori squadre del mondiale. E devo
dire che sono molto soddisfatto anche della mia Yamaha, è davvero
un’ottima moto. Ora penso ad essere costante nelle prestazioni perché il
mondiale è lungo e difficile e bisogna stare attenti a non fare errori”.
Sfortunata invece la gara di Chicco Chiodi, che nelle qualificazioni
aveva messo in evidenza la sua competitività terminando secondo;
purtroppo domenica si è svegliato con un forte stato influenzale, e così
debilitato nella prima manche non è stato in grado di fare meglio del sesto
posto, per poi essere costretto ad abbandonare lo schieramento della seconda
manche. Una scivolata nelle prove del sabato ha invece relegato nelle
retrovie Davide Guarneri, che non ha quindi trovato un posto ottimale
dietro il cancello di partenza. Ciò spiega le due partenze nelle ultime
posizioni e gli altrettanti recuperi, consolidatisi con un 11° e un 12° posto.
Per i due azzurri il riscatto è rimandato al 16 aprile in occasione del secondo
GP che si terrà a Bellpuig (Spagna).
MX2
Classifica Assoluta di giornata:
1. Rattray (KTM); 2. De Reuver (KTM); 3. Gundersen (Yamaha-Team Ricci
Racing); 4. Philippaerts (KTM); 5. Pourcel C. (Kawasaki); 12.
Guarneri (Yamaha-Team Ricci Racing); 13. Chiodi (Yamaha-Team Ricci Racing).
MX2 Campionato dopo la 1ª prova:
1. Rattray (KTM) p. 45; 2. De Reuver (KTM) p. 38; 3. Gundersen (Yamaha-Team
Ricci Racing) p. 37; 4. Philippaerts (KTM) p. 33; 5. Pourcel C.
(Kawasaki) p. 32; 12. Guarneri (Yamaha-Team Ricci Racing) p. 19; 13. Chiodi (Yamaha-Team
Ricci Racing) p. 15.
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