A.Z.  IL MENSILE DI  MODENA   notiziario libero   online

 Home Page     Ricerca     Politica    Storia      Viaggi    Sport    Cinema    Teatro   L'opinione   TV   Ristoranti    Medicina   Arte   La Provincia Novità     Discussioni     Istituzioni    News   Annunci   Compro-Vendo-Scambio    Libri     Associazioni    Tradizioni    Musica   Link    Meteo    Archivio   Economia   Cultura    Sommario   Religione   Chi siamo   Alberghi   Dove andare  A.Z.   Attualità   Geopolitica   Rassegna Stampa

 Notizie  quotidiane ( in breve) di Modena e Provincia


Home page                                                                                    SPORT

La storia della Società "Panaro Remo contro degrado (canottaggio) Medagliere Italiano alle Olimpiadi Inv. Team Ricci Sport 

LA GLORIOSA STORIA DEI  132 ANNI DELLA "PANARO"
di Sandro Bellei

La "Panaro" .Un fiore all'occhiello dello sport modenese. Conta 132 anni, ma a differenza di quelle simpatiche vecchiette che per vezzo, sapendo di non dimostrarla per intero, si aumentano l'età, dichiara di essere più giovane di quanto sia in realtà. I documenti attestano che fu fondata, nel giugno del 1870, da quattro studenti dell'Istituto Tecnico (Giuseppe Bertoni, Clemente Pullè, Leone Segre ed Ermete Vandelli) con la denominazione di "Società Modenese dei Dilettanti di Ginnastica".
In realtà, gia tre anni prima, nel maggio 1867, quegli stessi giovani, cominciando a esercitarsi nel granaio di una vecchia casa in via Caselline, avevano costituito un sodalizio con lo stesso nome. Lo si deduce dal numero speciale del quotidiano cittadino "Il Panaro" che, nell'agosto 1904, dedicando un'intera pagina al trionfo dei ginnasti modenesi a Mons in Belgio, ricorda con un trafiletto il nome di quei pionieri. I quattro studenti, qualche anno dopo la fondazione della società, nella domanda presentata al Ministero della pubblica istruzione per organizzare corsi di ginnastica aperti a insegnanti delle scuole elementari, spiegano chiaramente le motivazioni della loro iniziativa: in quell'epoca la nostra città non aveva alcun ritrovo né pubblico né privato ove si studiassero le discipline ginnastiche.  L'idea dello sport, come già da tempo l'intendevano gli inglesi, in Italia non era neanche all'orizzonte. L'esercizio fisico era riservato ai militari o a qualche "modernista" che l'aveva visto praticare all'estero. Anche il gioco del calcio, o '"football" come era chiamato da tutti, fu importato dall'Inghilterra. E il primo approdo fu Genova, dove nel 1893 nacque il "Genoa Cricket and Football Club". Nell'autunno 1870, la societa' dei quattro studenti ebbe la sua prima sede in due stanzette al pianterreno del fabbricato dell'ex convento di Santa Margherita, all'angolo fra via Fonteraso e corso Canalgrande, allora chiamate rispettivamente contrada del Fonte raso e corso del Canal-grande.
Era stato quasi in quel punto che, quarant'anni prima, Francesco IV aveva fatto puntare il cannone contro la prospiciente casa di Ciro Menotti. La carica di presidente fu assunta prima dal conte Clemente Pullèe poi dal prof. Giuseppe Bertoni, due dei reduci di quel gruppetto di ragazzi che andavano tutte le sere a sfogare la loro energia d'adolescenti in via Caselline in casa di un certo Golfieri. I primi anni di vita della società non furono facili. Nonostante fosse inutilmente chiesto al Comune di costruire una palestra, come era già accaduto in alcune città, nascevano altre società ginniche, la "Società degli Studenti", con sede in rua Muro nell'attuale ex caserma Santa Chiara, e la "Società  Scacciapensieri", che aveva trovato una stanzetta nel palazzo Stoffi di fronte di quello dei conti Forni. I problemi, però, non erano rappresentati dalla concorrenza che stava nascendo (la "Panaro" aveva già un centinaio di soci), ma dai contrastanti sull'indirizzo tecnico dei programmi della ginnastica. Da tempo, la Federazione Ginnastica Italiana che era nata a Venezia nel 1869, s'interrogava se l'indirizzo prevalente dovesse essere quello "educativo", come sosteneva Giuseppe Bertoni, oppure quello "acrobatico", privilegiato da Giusto Folloni che ebbe la prima intuizione di chiamare questo tipo di esercizi "ginnastica libera".
L'assemblea convocata per dirimere il dilemma il 7 dicembre 1874 fu subito calda e si spaccò esattamente in due, 45 contro 45. Il presidente fece prevalere un articolo dello statuto che, in questi casi, gli dava la possibilità di far pendere il voto a suo favore. Fulloni e altri 26 soci abbandonarono la sala e annunciarono la nascita di un'altra società. Si sarebbe chiamata "La Fratellanza" e avrebbe attinto giovani anche dagli altri sodalizi che già esistevano in città Il sodalizio del prof. Bertoni, che nel frattempo aveva ottenuto dall'Istituto del Patronato dei Figli del Popolo l'uso di una vasta sala ricavata nella parte superiore dell'ex chiesa di Santa Margherita, lasciò la sua primitiva denominazione per assumere quella di "Società di Ginnastica del Panaro". Un anno dopo, nel dicembre 1875, accolse nel suo seno il "Circolo Schermistico Fanfulla" e il nome si completò definitivamente in quello odierno di "Società di Ginnastica e Scherma del Panaro".
Dal 1882, a Modena, ebbe sede la Federazione Nazionale delle Società Ginnastiche Italiane, di cui i modenesi avv. Pio Vecchi e prof. Giuseppe Bertoni furono presidente e segretario fino al trasferimento della sede federale a Roma nel 1887. In quell'anno, la presidenza onoraria della Panaro fu offerta al principe di Napoli, Vittorio Emanuele, che la mantenne anche dopo l'avvento al trono, nel 1900.
Il sodalizio modenese, che con l'inizio del secolo affiancò alla sezione della ginnastica anche quelle dell'atletica leggera e del ciclismo, operò sia al servizio dell'educazione fisica dei giovani che in campo agonistico nazionale e internazionale, dove raccolse successi clamorosi soprattutto a Marsiglia nel 1903 e a Mons nel 1904. L'atleta certamente maggiormente rappresentativo della Panaro, il più grande ginnasta della sua epoca, è stato Alberto Braglia, la cui vita può essere paragonata a una favola per aver vissuto la gloria degli allori olimpici ma anche miseria e umiliazioni. Nei primi decenni del secolo scorso, lo sport rappresentava un passatempo dopolavoristico. Gli sponsor e gli ingaggi miliardari attuali non erano neanche lontanamente prevedibili. Per emergere occorreva una volontà di ferro e un carattere d'acciaio. Braglia, nato il 23 aprile 1883 in una famiglia modenese molto povera che abitava poco fuori le mura, nel quartiere San Faustino, ragazzo taciturno anche perchè balbuziente, non amava i contatti umani. Stranamente, furono proprio queste caratteristiche a incanalare la sua forza esplosiva verso il lavoro in palestra, prima alla "Fratellanza poi alla "Panaro", sotto la guida dell'istruttore Carlo Frascaroli. Figlio di un muratore che si era trasferito da Campogalliano in città per mantenere sei figli, garzone di fornaio di giorno e atleta la sera, Alberto Braglia allenò il fisico e affinò il talento fino a far diventare il suo corpo una vera e propria "macchina" per lo sport.
Dopo il trionfo di Mons, l'atleta modenese, nel 1906, in occasione dei festeggiamenti per il decennale della prima Olimpiade, fu invitato ad Atene. La sparuta comitiva italiana sembrava un'armata Brancaleone. Braglia, che era accompagnato a sue spese da un amico, il capitano Giulio Formigini, si fece notare dalla stampa perchè, durante la traversata da Brindisi ad Atena, soffrì di mal di mare. Il malessere dell'atleta fu raccontato sul "Corriere della sera" da Renato Simoni, che sarebbe poi diventato più noto come commediografo. Coi piedi a terra, però, l'ex fornaio balbuziente tornò subito padrone di sè stesso. A soli 23 anni, ottenne il primo successo internazionale che lo impose all'attenzione del mondo. Vinse le medaglie d'oro sia nel pentathlon ginnastico (sbarra, parallele, salto del cavallo in linea, anelli e salto misto) che nell'esathlon (tutte le gare dell'altra prova più il salto al cavallo trasversale). La notizia arrivò a Modena con un telegramma e il primo a sapere della doppia vittoria fu il sindaco Luigi Albinelli, che predispose per il ritorno di Braglia un ricevimento degno di un console romano. L'atleta era formidabile, ma l'uomo molto semplice. A testimoniarlo bastano due episodi. Il primo accadde quando tutta la città, con in testa le autorità e la fanfara, attesero invano a lungo il ginnasta che aveva preso un treno sbagliato. Il secondo, quando confessòdi aver gettato dal finestrino del treno ("perchè si era sciupata") la corona d'alloro che il re di Grecia gli aveva posto sul capo. Ma ancor di più: per modestia sciupò l'irripetibile occasione offertagli da Vittorio Emanuele, che lo convocò al  Quirinale per conoscerlo e chiedergli di cosa potesse essere fatto  chi aveva così altamente onorato l'Italia.
Braglia, emozionato, rispose a monosillabi alle domande del re e seppe dire soltanto che avrebbe voluto un posto d'operaio alla Manifattura dei tabacchi di Modena. Ovviamente, fu subito accontentato. Due anni dopo, a Londra, si tennero le vere Olimpiadi. Braglia diede spettacolo. Al cavallo con maniglie, prima dell'esercizio, staccò i due sostegni ed eseguì ugualmente la prova in assoluta naturalezza. Vinse ai quattro attrezzi, creando uno stile e adoperando tecniche che sono un riferimento anche per gli atleti d'oggi. Insomma, un trionfo, ma con la gloria non si sbarca il lunario.
Tornato in Italia, sull'esempio del carpigiano Dorando Pietri, vincitore morale della maratona di Londra, che guadagnava parecchio correndo in ogni continente contro vari campioni, l'atleta si esibì prima con un gruppo acrobatico modenese, la "Famiglia Panciroli", poi esordì il 23 aprile 1910 al Teatro Storchi di Modena in uno spettacolo tutto suo denominato "La torpedine umana". Braglia s'infilava in un carrello fissato a un binario che dalla galleria a gradoni del teatro scorreva fino al palcoscenico in forte pendenza. Breve risalita, poi due ganci d'acciaio bloccavano di colpo l'abitacolo e l'atleta, lanciato nel vuoto per forza d'inerzia, afferrava un trapezio pendente dal graticcio della soffitta posto a notevole altezza. Il numero era pericoloso ma, come nei circhi, esisteva una rete di protezione. Nonostante ciò, benchè assistito dal fratello Giovanni, dopo l'insuccesso del debutto, alla seconda esibizione gli occorse un grave incidente che lo costrinse all'inattività per quasi due anni. Le ferree regole dell'epoca sul professionismo imposero alla Federazione, dopo una breve indagine, di squalificare Braglia con l'accusa di professionismo. La sua popolarità, tuttavia, era tale da farlo riabilitare in vista delle Olimpiadi di Stoccolma del 1912.

In Svezia sbalordì gli spettatori, che disertavano le altre gare appena si spargeva la voce che Braglia stava per esibirsi. L'atleta modenese ottenne, per un giudizio più complessivo, che alla sua prova assistessero tutti e tre i giudici, che a quei tempi erano dislocati accanto ai vari attrezzi. Al termine gli assegnarono la vittoria senza punteggio. Col megafono, l'altoparlante di quei tempi, si spiegò al pubblico che qualunque verdetto avrebbe sminuito la sua prestazione. "Noi non possiamo giudicare questo campione" ammisero i giudici tra le entusiastiche ovazioni. L'atleta che aveva trionfato ai giochi olimpici, però, dovette scendere a Monaco di Baviera dalla vettura di terza classe del treno. Tra lui e i tre compagni di viaggio, avevano in tasca appena tre lire e sessanta centesimi. Con gli ultimi spiccioli, Braglia dovette telefonare a un amico di Spilamberto, che si recò immediatamente a prelevare gli atleti nella città tedesca. Qui li portò in un ristorante dove furono riconosciuti e trattati con gli onori del caso. Dopo il terzo successo olimpico, Braglia si diede al teatro. Sul "Corriere dei piccoli" trionfavano due personaggi dovuti alla matita dell'abilissimo Sto (pseudonimo che nascondeva l'attore Sergio Tofano), Fortunello e Cirillino, che l'atleta portò in scena insieme con un bambino di sette anni. Lo spettacolo prevedeva che il ragazzino, allenato dallo stesso Braglia, uscisse da una valigetta, poi si arrampicasse in cima a una scopa, mentre l'ex campione compiva difficili evoluzioni sempre tenendo in mano l'attrezzo a mo'di sbarra. Il fortunato show ebbe gran successo. Braglia s'esibì davanti ai reali d'Inghilterra, allo zar e in una tournée di quattro anni negli Stati Uniti che gli fruttava 500 dollari a settimana. Rientrato in Italia, comprò un podere, alcune case e in seguito un bar a Bologna. Nel 1930, divenne allenatore della nazionale di ginnastica, contribuendo alle quattro medaglie d'oro azzurre conquistate alle Olimpiadi di Los Angeles. Le vicissitudini della vita e la guerra fecero girare la ruota della fortuna per Braglia, costretto a vendere tutto. Il bar fu distrutto e l'inflazione ridusse a zero i suoi risparmi. Restò nello sport ancora qualche anno, poi il Comune di Modena gli assegnò un piccolo mensile, che poi gli fu tolto nel 1950. A 67 anni, fu ricoverato in un ospizio per anziani, dimenticato da tutti. Un giornalista, però, gridò allo scandalo e la Panaro s'interessò perché il Comune gli desse un piccolo stipendio in cambio delle funzioni di custode di quella stessa palestra che portava già il suo nome. Poco dopo la decisione del Coni di versargli una modesta pensione, Alberto Braglia morì il 5 febbraio 1954 dopo un breve ricovero all'ospedale in seguito alla trombosi che l'aveva colpito qualche mese prima. Poco dopo la decisione del Coni di versargli una modesta pensione, a immeritato riconoscimento della sua eccezionale carriera di ginnasta (a quei tempi, purtroppo, non esisteva ancora la Legge Bacchelli), Alberto Braglia morì il 5 febbraio 1954 in seguito alla trombosi che l'aveva colpito qualche mese prima. In città il cordoglio fu enorme, ma sempre inferiore alla consapevolezza di non aver impedito che un simile "eroe" sportivo fosse stato dimenticato nei suoi ultimi anni di vita. Eppure, grazie al suo esempio, la "Panaro" aveva potuto schierare alle Olimpiadi anche altri atleti di valore, da Serafino Mazzarocchi (terzo nel 1912 nel concorso individuale a Stoccolma, dove con Braglia e Alfredo Gollini vince l'oro nel concorso generale a squadre) a Otello Capitani, da Pietro Stradi ad Arnaldo Andreoli, da Roberto Ferrari a Otello Ternelli. Gli anni successivi videro un enorme sviluppo dello sport e della "Panaro". Dispiace dover riassumere in poche righe, per mancanza di spazio, questi anni gloriosi. Furono contrappuntati dai successi nell'atletica leggera di Armando Poggioli (azzurro nel disco e nel martello alle Olimpiadi di Parigi 1924, ad Amsterdam nel 1928, dove fu quarto nel martello a pochi centimetri dal bronzo e a Los Angeles nel 1932), nella lotta greco-romana dal peso massimo Adelmo Bulgarelli e nel sollevamento pesi da Ermanno Pignatti, entrambi vincitori della medaglia di bronzo nel 1956 a Melbourne. Nel 1970, il centenario della società fu solennizzato con una lunga serie di manifestazioni organizzate dal presidente e dai suoi numerosi collaboratori. La "Panaro" compiva un secolo di vita. Aveva ottenuto risultati prestigiosi, ma si prefiggeva di aggiungerne altri al già glorioso albo d'oro. Con Daniele Giovanardi, specialista dei 400 ostacoli fra i migliori che abbia vantato l'Italia con Morale e Frinolli, partecipò alle Olimpiadi di Monaco. L'atleta, fratello di Carlo Giovanardi, attuale Ministro per i rapporti col Parlamento, oggi stimatissimo Primario del Pronto soccorso del Policlinico, partecipò alla staffetta 4x400 con Puosi, Cellerino e Bello.

Fu in questo periodo, agli inizi degli anni 70 che, in collaborazione con la Virtus di Bologna, nacque l'idea di creare a Pavullo un Centro estivo per la ginnastica. Da quella fucina sarebbero poi usciti tanti giovani e brillanti allievi della Panaro In quegli stessi anni, la società potè finalmente rinnovare la vecchia sede di via Fonteraso, dove per qualche tempo Alberto Braglia aveva dovuto subire l'umiliazione di fare il custode della palestra intitolata al suo leggendario nome. Il periodo di maggiore espansione sportiva della società coincise con le presidenze di Alfredo Corradini (1961-19759 e di Fausto Arata (1975-1985), che si superarono per far entrare nel cuore dei modenesi un sodalizio dalle tradizioni così illustri. Quando, per ragioni di lavoro, Arata dovette lasciare la presidenza, il suo posto fu preso dall?avv. Franco Zurlini, che s'assunse la gran responsabilitàdi continuare nella scia di chi aveva saputo dare una grande svolta anche d'immagine alla "Panaro". I risultati non mancarono ugualmente, e non solo nella ginnastica. Stefano Boschi, fiorettista di razza, dopo una lunga gavetta, si laureò più volte campione italiano. Nel 1981, dopo i Campionati mondiali militari, s'impose alle Universiadi. Ciò era il frutto d'una tradizione schermistica sempre stata presente nel blasone della "Panaro" e che aveva avuto in Vera Mantovani un'atleta più volte azzurra e in Bruno e Vittorio Cucchiara, figli d'un gran maestro come Elio, appassionati istruttori e dirigenti. Dopo una breve parentesi di chi scrive, successiva alla presidenza Zurlini, al vertice della società giunse Paolo Malavolti, grande sportivo, che era sempre stato, anche in passato, l'effettiva guida, tecnica e morale della "Panaro". Con lui e il passaggio della società nella sede di via Sadoleto, che s'affiancava a quella di piazza Cittadella, gli atleti della ginnastica, della scherma e della lotta ripresero ad affermarsi anche a livello nazionale. Furono gli anni d'oro di grandi ginnasti come Marcello Barbieri, campione italiano ed europeo, poi sfortunata riserva alle Olimpiadi di Barcellona, di Domenico Giangregorio e di Andrea Anceschi, legittimi eredi della gloriosa tradizione iniziata da Alberto Braglia e continuata da Otello Ternelli, che allo sport offrì in seguito la sua passione anche come assessore. Fu, questo, il momento magico d'un abilissimo istruttore come Ermanno Barbieri, purtroppo prematuramente scomparso quando poteva ancora offrire tutta la sua grande esperienza alla ginnastica modenese. Verso la fine degli anni 90, la "Panaro", grazie alla sponsorizzazione del Pastificio di Carlo Rossi, ha potuto avvalersi nella sua già forte squadra di ginnastica di un fuoriclasse come Juri Chechi, che ha consentito alla società modenese di toccare di nuovo vertici nazionali. Con l'avvento, al termine della presidenza Malavolti, di Ormes Corradini, l'ultracentenaria società sportiva si è posta il traguardo d'essere considerata da tutti gli sportivi un fiore all'occhiello della città. Del resto, un sodalizio che nei suoi 130 anni di vita si è interessato di tante discipline (ginnastica, scherma, lotta, sollevamento pesi, atletica leggera, judo, calcio, pugilato, nuoto, tuffi, pallanuoto, tiro a segno, pattinaggio a rotelle, pallavolo e basket) può ben andar fiero del premio che il Coni gli ha assegnato di recente a Roma. Simboleggia da solo i 42 campionati italiani, ma soprattutto gli 8 "ori"e i 3 "bronzo" olimpici, conquistati nel corso di una lunga storia cui diedero inizio il 17 maggio 1867 quattro studenti di un istituto tecnico cittadino, Giuseppe Bertoni, Clemente Pullè, Leone Segre ed Ermete Vandelli

Torna all'inizio

REMO CONTRO DEGRADO 

I molti modenesi che hanno frequentato i laghetti di Campogalliano in cerca di pace e di tranquillità per andare a pescare o alla ricerca del fresco durante i mesi estivi avranno senz'altro notato i due grandi cartelloni  installati dalla Provincia e che pubblicizzano la costruzione nel Parco Fluviale di un bacino di canottaggio. Quei cartelli sono sul posto da una quindicina d'anni, e della costruzione del bacino se ne  parlava anche dieci anni prima di quella data. E' trascorso dunque un quarto di secolo ma di quei progetti, che in realtà avevano avuto un inizio, non se se ne è mai più parlato e tanto meno oggi non si riesce a sapere dove e come  siano stati spesi gli stanziamenti e se vi è ancora la volontà di proseguire.

L'importo devoluto per il primo stralcio dei lavori comportava una cifra di                     L. 1. 017.436.500. Le imprese che dovevano e che in parte hanno svolto lavori erano : SISTEMA - INCAM e ACEA costruzioni; lil progetto dell studio CUPPINI e Associati di Bologna e lo Studio Tecnico dell'Ing. Bambini e Ing. Lusvarghi di Campogalliano.

All'inizio degli anni novanta  numerose riunioni si sono tenute nella sede della Provincia di Modena con la presenza di assessori, esperti, progettisti, rappresentanti di Federazioni Sportive e sembrava che il progetto prendesse veramente consistenza poi tutto si è fermato.

L'attività sportiva che attualmente si svolge ai laghetti è quella della canoa che tra l'altro ha dato tantissime soddisfazioni allo sport modenese dato che gli atleti allenati dal Prof. Riccardo Pedrazzi e condotti dal Presidente della Canottieri Mutina Livno Bettelli hanno raggiunto prestigiosi traguardi anche a livello nazionale. Ma a costo di tantissimi sacrifici: Avete mai visto i piccoli locali dove sono accatastate le canoe e un solo skiff per il canottaggio? OPPURE I LOCALI DOVE GLI ATLETI SI SPOGLIANO O DOVE FANNO ALLENAMENTO CON I PESI?

Non è possibile che negli anni duemila con sport ricchissimi e stramiliardari altri sport, quali quelli della canoa e del canottaggio per i quali la stampa si entusiasma solo quando vincono medaglie d'oro alle olimpiadi o ai mondiali, debbano arrancare per avere il minimo indispensabile per cercare di far gareggiare i loro atleti e non sempre ci riescono. Ai laghetti di canoa se ne è fatta e se ne stà facendo tanta;  ma per il canottaggio niente.  Le lunghe barche dei canottieri non hanno lo possibilità di manovrare negli spazi ristretti dove invece  la canoa si muove con disinvoltura.

Di conseguenza da decenni, dopo  che nel fiume Secchia dove vi era la sede della Canottieri Mutina sino agli anni '50, la scuola modenese del remo che negli anni anteguerra era vivacissima non ha più avuto alcuna possibilità di esprimere quei talenti sportivi che la nostra terra produce da sempre.

Non è poi da sottovalutare la situazione aria,acqua,territorio, ambiente. Sono elementi che la natura ci offre per vivere, ma che l'uomo d'oggi, malgrado le tante chiacchere, tende a trascurare se non a distruggere. Si assiste sempre di più al degrado ed allo scempio di questi elementi pur facendo enunciazione continua di principio nei confronti della salvaguardia degli stessi e si promulgano leggi che molto spesso sono in contrasto con i principi dichiarati. Non vi è mai stata nella storia nessuna civiltà come la nostra che ha prelevato tanto dall'ambiente rendendolo sempre più povero. Si commettono gravissimi atti di inquinamento che turbano sempre più l'equilibrio biologico. 

Il mondo dello sport ha sempre dato molta importanza alle tematiche ambientalistiche nel momento in cui il delicato equilibrio ecologico rischia di essere seriamente compromesso da modelli di sviluppo spesso inadeguati, e sopratutto nel concepire l'attività sportiva non solo come pura espressione agonistica ma fondamentalmente come mezzo di formazione educativo-culturale.

Lo sport del remo pertanto tra le varie attività sportive , più di ogni altra, vive e fà sua la natura  e introduce un discorso pedagogico che non passa attraverso elucubrazioni sofisticate in dibattiti e discussioni, ma attraverso la pratica, la presenza, l'esempio che deriva dall'attività giornaliera sugli specchi d'acqua siano essi lacustri, fluviali o marini si pone come assoluto protagonista di un tal modo di concepire la vita. 

Il Canottaggio si pone pertanto all'attenzione di chi ama natura , sport, vita sana e all'aria aperta come promotore di una cultura nuova che proviene da un confronto che ha suscitato due percezioni ormai consolidate: che l'ambiente è una realtà viva ,fragile, complessa e che l'azione dell'uomo proprio perchè consapevole e dunque responsabile, è essenziale per il il recupero e la conservazione, oltre che del patrimonio culturale, anche di quello naturale.

L'area naturalistica di Campogalliano dove insiste una flora ed una fauna di notevole interesse è sconvolta al momento attuale da una irrazionale situazione. A fronte dei cartelli, anche numerosi, dove si consiglia di tutelare l'ambiente, si invitano i cittadini a comportarsi in modo adeguato per la difesa della natura in tutti i suoi aspetti,  si lascia che sulla strada che attraversa i laghetti, dove vi sono pure ai bordi questa due maneggi dove si esercitano bambini e non, passino in continuazione ed anche a velocità sostenuta enormi autocarri adibiti al trasporto di ghiaia e quant'altro sollevando enormi polveroni alla faccia di chi và alla ricerca dell'aria pulita e della tranquillità.

E' assurdo che in un area di r5iequlibrio ecologico continuino ad insistervi sopra varie attività di tipo industriale e che nello stesso tempo nelle varie pubblicazioni o nei siti internet dei vari comuni del comprensorio e della Provincia si continui a reclamizzare l'area naturalistica. Altro discorso bisognerebbe fare sul degrado degli edifici che sorgono nelle adiacenze dei laghetti alcuni dei quali riportano ancora la cartellonistica relativa agli scopi ai quali erano destinati 

Il documentario fotografico che segue illustra, ma in piccola parte, le situazioni che abbiamo sopradescritte.

Prof. Bruno Zucchini - Delegato Provinciale Federazione Italiana Canottaggio

Torna all'inizio

IL MEDAGLIERE ITALIANO ALLE OLIMPIADI INVERNALI

Nome

Disciplina / Specialità

Medaglia

Edizione

 

 

 

 

Stefania Belmondo

Sci di fondo 10 km tecnica classica

bronzo  bronzo

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Cristian Zorzi

Sci di Fondo 1,5 Km sprint

bronzo  bronzo

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Barbara Fusa Poli, Maurizio Margaglio

Pattinaggio di Figura danza su ghiaccio

bronzo  bronzo

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Karen Putzer

Sci Alpino super gigante

bronzo  bronzo

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Lidia Trettel

Snowboard slalom gigante parallelo

bronzo  bronzo

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Stefania Belmondo

Sci di Fondo 30 Km tecnica classica

argento  argento

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Michele Antonioli, Maurizio Carnino, Fabio Carta, Nicola Franceschina, Nicola Rodigari

Short Track staffetta 5.000 m.

argento  argento

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Giorgio Di Centa, Fabio Maj, Pietro Piller Cottrer, Cristian Zorzi

Sci di Fondo staffetta 4 x 10 Km

argento  argento

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Isolde Kostner

Sci Alpino discesa libera

argento  argento

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Gabriella Paruzzi

Sci di Fondo 30 Km tecnica classica

oro  oro

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Daniela Ceccarelli

Sci Alpino super gigante

oro  oro

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Armin Zoeggeler

Slittino singolo

oro  oro

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Stefania Belmondo

Sci di Fondo 15 Km tecnica libera

oro  oro

XIX - Lake City 2002 Dettaglio

Stefania Belmondo, Manuela Di Centa, Karin Moroder, Gabriella Paruzzi

Sci di Fondo 4 x 5 Km

bronzo  bronzo

XVIII - Nagano 1998 Dettaglio

Silvio Fauner

Sci di Fondo 30 Km tecnica classica

bronzo  bronzo

XVIII - Nagano 1998 Dettaglio

Armin Zoeggeler

Slittino singolo

argento  argento

XVIII - Nagano 1998 Dettaglio

Thomas Prugger

Snowboard slalom gigante

argento  argento

XVIII - Nagano 1998 Dettaglio

Deborah Compagnoni

Sci Alpino slalom donne

argento  argento

XVIII - Nagano 1998 Dettaglio

Marco Albarello, Silvio Fauner, Fabio Maj, Fulvio Vabusa

Sci di Fondo 4 x 10 Km

argento  argento

XVIII - Nagano 1998 Dettaglio

Stefania Belmondo

Sci di Fondo 30 Km tecnica libera donne

argento  argento

XVIII - Nagano 1998 Dettaglio

Pieralberto Carrara

Sci di Fondo 20 Km

argento  argento

XVIII - Nagano 1998 Dettaglio

Deborah Compagnoni

Sci Alpino slalom gigante donne

oro  oro

XVIII - Nagano 1998 Dettaglio

Guenther Huber, Antonio Tartaglia

Bob a 2

oro  oro

XVIII - Nagano 1998 Dettaglio

Guenther Huber, Stefano Ticci

Bob a 2

bronzo  bronzo

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Armin Zoeggler

Slittino singolo

bronzo  bronzo

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Isolde Kostner

Sci Alpino discesa libera donne

bronzo  bronzo

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Isolde Kostner

Sci Alpino super gigante donne

bronzo  bronzo

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Stefania Belmondo, Manuela Di Centa, Gabriella Paruzzi, Bice Vanzetta

Sci di Fondo 4 x 5 Km

bronzo  bronzo

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Silvio Fauner

Sci di Fondo 15 Km tecnica libera inseguimento

bronzo  bronzo

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Stefania Belmondo

Sci di Fondo 10 Km tecnica libera inseguimento donne

bronzo  bronzo

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Marco Albarello

Sci di Fondo 10 Km tecnica classica

bronzo  bronzo

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Mirko Vuillermin

Short track  500 m

argento  argento

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Norbert Huber, Hansjorg Raffl

Slittino doppio

argento  argento

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Alberto Tomba

Sci Alpino slalom speciale

argento  argento

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Manuela Di Centa

Sci di Fondo 10 Km tecnica libera inseguimento donne

argento  argento

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Manuela Di Centa

Sci di Fondo  5 Km tecnica classica donne

argento  argento

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Maurizio Carnino, Orazio Fagone, Hugo Herrnhof, Mirko Vuillermin

Short track staffetta 5.000 m

oro  oro

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Kurt Brugger, Wilfried Huber

Slittino doppio

oro  oro

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Gerda Weissensteiner

Slittino monoposto donne

oro  oro

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Deborah Compagnoni

Sci Alpino slalom gigante donne

oro  oro

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Marco Albarello, Maurilio De Zolt, Silvio Fauner, Giorgio Vanzetta

Sci di Fondo 4 x 10 Km

oro  oro

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Manuela Di Centa

Sci di Fondo 30 Km tecnica classica donne

oro  oro

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Manuela Di Centa

Sci di Fondo 15 Km tecnica libera donne

oro  oro

XVII - Lillehammer 1994 Dettaglio

Norbert Huber, Hansjorg Raffl

Slittino doppio

bronzo  bronzo

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Stefania Belmondo, Manuela Di Centa, Gabriella Paruzzi, Bice Vanzetta

Sci di Fondo 4 x 5 Km

bronzo  bronzo

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Giorgio Vanzetta

Sci di Fondo 50 Km

bronzo  bronzo

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Giorgio Vanzetta

Sci di Fondo 15 Km inseguimento

bronzo  bronzo

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Marco Albarello, Silvio Fauner, Giuseppe Puliè, Giorgio Vanzetta

Sci di Fondo 4 x 10 Km

argento  argento

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Stefania Belmondo

Sci di Fondo 10 Km inseguimento donne

argento  argento

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Maurilio De Zolt

Sci di Fondo 50 Km

argento  argento

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Marco Albarello

Sci di Fondo 10 Km

argento  argento

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Alberto Tomba

Sci Alpino slalom

argento  argento

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Gianfranco Martin

Sci Alpino combinata

argento  argento

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Stefania Belmondo

Sci di Fondo 30 Km donne

oro  oro

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Deborah Compagnoni

Sci Alpino super gigante donne

oro  oro

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Alberto Tomba

Sci Alpino slalom gigante

oro  oro

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Josef Polig

Sci Alpino combinata

oro  oro

XVI - Albertville 1992 Dettaglio

Werner Kiem, Gottlieb Taschler, Johan Passler, Andreas Zingerle

Sci di Fondo Biathlon 4 x 7,5 Km

bronzo  bronzo

XV - Calgary 1988 Dettaglio

Johan Passler

Sci di Fondo Biathlon 10 Km

bronzo  bronzo

XV - Calgary 1988 Dettaglio

Maurilio De Zolt

Sci di Fondo 50 Km

argento  argento

XV - Calgary 1988 Dettaglio

Alberto Tomba

Sci Alpino slalom speciale

oro  oro

XV - Calgary 1988 Dettaglio

Alberto Tomba

Sci Alpino slalom gigante

oro  oro

XV - Calgary 1988 Dettaglio

Paul Hildgartner

Slittino singolo

oro  oro

XIV - Sarajevo 1984 Dettaglio

Paoletta Magoni

Sci Alpino slalom donne

oro  oro

XIV - Sarajevo 1984 Dettaglio

Karl Brunner, Peter Gschnitzer

Slittino doppio

argento  argento

XIII - Lake Placid 1980 Dettaglio

Paul Hildgartner

Slittino singolo

argento  argento

XIII - Lake Placid 1980 Dettaglio

Jolanda Plank

Sci Alpino discesa libera donne

bronzo  bronzo

XII - Innsbruck 1976 Dettaglio

Claudia Giordani

Sci Alpino slalom donne

argento  argento

XII - Innsbruck 1976 Dettaglio

Gustavo Thoeni

Sci Alpino slalom

argento  argento

XII - Innsbruck 1976 Dettaglio

Piero Gros

Sci Alpino slalom

oro  oro

XII - Innsbruck 1976 Dettaglio

Rolando Thoeni

Sci Alpino slalom

bronzo  bronzo

XI - Sapporo 1972 Dettaglio

Gianni Bonichon, Corrado Dal Fabbro, Nevio De Zordo, Adriano Frassinelli

Bob a 4

argento  argento

XI - Sapporo 1972 Dettaglio

Gustavo Thoeni

Sci Alpino slalom

argento  argento

XI - Sapporo 1972 Dettaglio

Paul Hildgartner, Walter Plaikner

Slittino doppio

oro  oro

XI - Sapporo 1972 Dettaglio

Gustavo Thoeni

Sci Alpino slalom gigante

oro  oro

XI - Sapporo 1972 Dettaglio

Mario Armano, Luciano De Paolis, Eugenio Monti, Roberto Zandonella

Bob a 4

oro  oro

X - Grenoble 1968 Dettaglio

Luciano De Paolis, Eugenio Monti

Bob a 2

oro  oro

X - Grenoble 1968 Dettaglio

Erika Lechner

Slittino singolo donne

oro  oro

X - Grenoble 1968 Dettaglio

Franco Nones

Sci di Fondo 30 Km

oro  oro

X - Grenoble 1968 Dettaglio

W. Aussendorfer, S. Mair

Slittino doppio uomini

bronzo  bronzo

IX - Innsbruck 1964 Dettaglio

Eugenio Monti, Benito Rigoni, G. Siorpaes, Sergio Siorpaes

Bob a 4

bronzo  bronzo

IX - Innsbruck 1964 Dettaglio

Eugenio Monti, Sergio Siorpaes

Bob a 2

bronzo  bronzo

IX - Innsbruck 1964 Dettaglio

Romano Bonagura. S. Zardini

Bob a 2

argento  argento

IX - Innsbruck 1964 Dettaglio

G. Minuzzo-Chenai

Sci Alpino slalom gigante donne

bronzo  bronzo

VIII - Squaw Valley 1960 Dettaglio

Renzo Alverà, U. Girardi, Renato Mocellini, Eugenio Monti

Bob a 4

argento  argento

VII - Cortina 1956 Dettaglio

Renzo Alverà, Eugenio Monti

Bob a 2

argento  argento

VII - Cortina 1956 Dettaglio

Giacomo Luigi Conti, Lamberto Dalla Costa

Bob a 2

oro  oro

VII - Cortina 1956 Dettaglio

G. Minuzzo

Sci Alpino discesa libera donne

bronzo  bronzo

VI - Oslo 1952 Dettaglio

Zeno Colò

Sci Alpino discesa libera

oro  oro

VI - Oslo 1952 Dettaglio

Nino Bibbia

Skeleton Skeleton

oro  oro

V - Saint Moritz 1948 Dettaglio

Luigi Perenni, Sisto Scilligo, Stefano Sertorelli, Enrico Silvestri

Pattuglie militari Pattuglie militari

oro  oro

IV - Garmisch P. 1936 Dettaglio

 Torna all'inizio

CAMPIONATO DEL MONDO MOTOCROSS
1.a prova, Zolder (Belgio)
2 aprile 2006

GUNDERSEN E IL TEAM YAMAHA-RICCI RACING SUL PODIO IRIDATO

Il team Yamaha-Ricci Racing si è portato subito alla ribalta del campionato del mondo di motocross classe MX2 che ha aperto i battenti sul tracciato belga di Zolder. Malgrado una forma fisica migliorabile e una tecnica di guida non ancora al massimo livello per dell’assenza da un paio di stagioni dai gran premi dovuta ad un infortunio, il neo acquisto Kenneth Gundersen ha mandato in porto una fantastica gara che lo ha visto aggiudicarsi il terzo posto assoluto. Un successo costruito alla grandissima forza di volontà del norvegese e ai mezzi tecnici messigli a disposizione, ad iniziare dalla Yamaha YZ250F kittata YRRD che ha confermato le proprie doti di guidabilità, potenza e affidabilità. In entrambe le manche si è distinto per i recuperi che ha dovuto affrontare per rimediare le partenze a metà gruppo. Nella prima Gundersen ha ricevuto una sassata negli occhiali che ha dovuto gettare, ma pur con la difficoltà di correre senza tale protezione ha scavalcato piloti su piloti sino ad insediarsi al secondo posto, dovendo desistere dal rincorrere il battistrada in quanto ormai troppo lontano; nella seconda ha nuovamente mandato in porto un consistente recupero terminando in sesta posizione. “Il mio team è incredibilmente fantastico” ha detto raggiante in conferenza stampa Kenneth “è formato da persone amabilissime che mi supportano in ogni cosa, e pur non essendo ufficiale è una delle migliori squadre del mondiale. E devo dire che sono molto soddisfatto anche della mia Yamaha, è davvero un’ottima moto. Ora penso ad essere costante nelle prestazioni perché il mondiale è lungo e difficile e bisogna stare attenti a non fare errori”. Sfortunata invece la gara di Chicco Chiodi, che nelle qualificazioni aveva messo in evidenza la sua competitività terminando secondo; purtroppo domenica si è svegliato con un forte stato influenzale, e così debilitato nella prima manche non è stato in grado di fare meglio del sesto posto, per poi essere costretto ad abbandonare lo schieramento della seconda manche. Una scivolata nelle prove del sabato ha invece relegato nelle retrovie Davide Guarneri, che non ha quindi trovato un posto ottimale dietro il cancello di partenza. Ciò spiega le due partenze nelle ultime posizioni e gli altrettanti recuperi, consolidatisi con un 11° e un 12° posto. Per i due azzurri il riscatto è rimandato al 16 aprile in occasione del secondo GP che si terrà a Bellpuig (Spagna).

MX2 Classifica Assoluta di giornata:
1. Rattray (KTM); 2. De Reuver (KTM); 3. Gundersen (Yamaha-Team Ricci Racing); 4. Philippaerts (KTM); 5. Pourcel C. (Kawasaki); 12. Guarneri (Yamaha-Team Ricci Racing); 13. Chiodi (Yamaha-Team Ricci Racing).

MX2 Campionato dopo la 1ª prova:
1. Rattray (KTM) p. 45; 2. De Reuver (KTM) p. 38; 3. Gundersen (Yamaha-Team Ricci Racing) p. 37; 4. Philippaerts (KTM) p. 33; 5. Pourcel C. (Kawasaki) p. 32; 12. Guarneri (Yamaha-Team Ricci Racing) p. 19; 13. Chiodi (Yamaha-Team Ricci Racing) p. 15.

 

Torna all'inizio

 

 

 

Sommario | Ricerca | Invia | ]