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Novita

 

LE MINORANZE ETNICHE IN EUROPA

Europa

AUSTRIA
 

  • CROATI: nella provincia del Bungerland vive una popolazione di lingua croata (25.000 individui) detti Croati dell'Acqua stanziatisi in queste regioni nel XVI secolo per sfuggire alla pressione dell' Impero Ottomano. Attualmente godono di significative forme di tutela, tra le quali rientra l'insegnamento scolastico del dialetto croato locale, e sono rappresentati nelle istituzioni tramite il Hrvatsko Kulturno Drustvo u Gradiscu (Consiglio Culturale dei Croati dell'Acqua).
  • SLOVENI: in Carinzia vive una minoranza slovena di circa 22.000 individui che, se in passato è stata oggetto di alcuni atteggiamenti ostili, oggi sono è ben tutelata dalle leggi federali. La lingua slovena gode dello status di seconda lingua ufficiale e la popolazione può avvalersi dell'operato di associazioni culturali e di un organismo di rappresentanza quale il Narodni SvetKoroskih Slovencev (Consiglio degli Sloveni in Carinzia). In questa regione vive anche un'altra minoranza, quella dei Wendi, locutrice di un dialetto composito germanico slavo che comunque non si considera di ceppo slavo.
  • UNGHERESI: sempre nel Bungerland è presente una minoranza ungherese di circa 6.000 individui sotto sovranità austriaca per quanto stabilito nel 1921 dai trattati di Saint-Germain. La popolazione ungherese gode di alcune forme di tutela sopratutto per quanto riguarda l'insegnamento scolastico della lingua.


BELGIO

Localizzazione dei gruppi etnici presenti nei Benelux.

  • VALLONI E FIAMMINGHI: in Belgio convivono due etnie principali: quella fiamminga (di lingua neerlandese a nord) e quella vallone (di lingua francese a sud). La nascita del paese avvenne nel 1831 e subito la lingua francese si impose come lingua ufficiale provocando il risveglio del sentimento nazionale fiammingo e la nascita della Heilig Verbond (Unione Sacra) a tutela della cultura fiamminga e nel 1898 il fiammingo divenne lingua ufficiale accanto al francese. All’indomani della Grande Guerra le tensioni tra le due comunità si acuirono in funzione della crescita economica della regione fiamminga e del malcontento creato dall’inosservanza delle leggi del 1898 e della preminenza del francese come lingua di pubblico uso. Negli anni venti e trenta il partito nazionalista fiammingo, Front-partij, e i raggruppamenti tradizionali liberali e cattolici sostituirono il bilinguismo con un monolinguismo regionale al fine di arginare i consensi elettorali dei nazionalisti. I fiamminghi fondarono allora il Vlaamsch National Verbond (Unione nazionale fiamminga, 1933) di simpatie fasciste. Dopo la guerra la divisione si accentuò maggiormente con la divisione su base regionalista dei tradizionali partiti socialista e democristiano. Nella zona fiamminga nacquero gruppi quali la Volksunie (centro-sinistra) ed il Vlaams Blok(1 deputato alle elezioni del ’95 di centro-destra) mentre per quanto riguarda la Vallonia si ha una situazione più frazionata con Concentration Wallonne (1932), Front Democratique des Francophones (1964), Rassemblement Wallon (1968) e il Front National (legato all’omonimo francese). Nel 1978 i Patti Comunitari riconoscevano quattro regioni linguistiche (vallone, fiamminga, tedesca, Bruxelles bilingue) e tre regioni amministrative (Vallonia, Fiandre, Bruxelles) e la tutela delle isole linguistiche trasformando di fatto il Belgio in stato federale. Inoltre, da tempo, i maggiori partiti tradizionali come il liberale, il socialista ed il democristiano sono strutturati con organizzazioni separate in Vallonia e nelle Fiandre.
  • TEDESCHI:nel Belgio vivono circa 67.000 tedeschi residenti nei Cantoni dell'est fin dal 1919 in seguito al trattato di Versailles. La riforma del 1967 ha parificato la lingua tedesca a quella francese in tutti gli usi pubblici e d al 1973 è attivo il Kulturel Rat für die Ostkantone (Consiglio Culturale dei Cantoni Orientali) attivo nella salvaguardia della cultura tedesca.
BOSNIA

Nella repubblica nata dallo sfaldamento della federazione Jugoslava, i serbi si autogovernano nella Repubblica di Pale.

CIPRO

L’isola, un’ex colonia inglese, è ufficialmente una nazione indipendente abitata da genti di cultura e lingua greca ma, dopo l’invasione turca nella parte orientale dell’isola, il territorio è di fatto diviso in due parti. Importante è il fatto che la repubblica turco-cipriota sia ufficialmente riconosciuta solamente dalla Repubblica Turca.

CROAZIA

La maggioranza della popolazione risulta costituita da croati di religione cattolica (77,9%) ma, anche dopo i sanguinosi scontri seguiti al disfacimento della Federazione Jugoslava, sono rimaste importanti minoranze.

  • SERBI: costituiscono il 12,2%della popolazione (580.762 al censimento del '92); prima della guerra i serbi vivevano nella Slavonia Orientale, nella Krajina (vicino a Zara), nell'entroterra di Ragusa e sulle alture di Kopela. Durante il conflitto la popolazione croata di queste regioni  è stata costretta a trasferirsi vicino a Zagabria sotto la protezione del governo. A seguito dell'offensiva croata del '95 i serbi presenti in Krajina hanno subito la stessa sorte e sono stati scacciati. Attualmente è viva l'entità serba di Krajina, regione autonoma a maggioranza serba ma compresa nel territorio croato.
  • MUSULMANI: costituiscono il 5,2% della popolazione
  • MAGIARI (Ungheresi): costituiscono lo 0,5% della popolazione (23.802 individui) e sono stanziati nella regione a nord di Osijek compresa tra la Drava, il Danubio ed il confine ungherese.
  • Altre minoranze: gli Ebrei Askenaziti, un tempo ben più numerosi, sono presenti in piccole percentuali sopratutto nei centri urbani. Esistono anche piccole comunità di Sloveni, Slovacchi e Cechi (19.000 individui), Albanesi (14.000), Aromuni ed Italiani (circa 30.000 persone) rappresentati dalla Dieta Istrianache gode di un rappresentante fisso al Parlamento Croato..
DANIMARCA
  • SCHLESWIG SETTENTRIONALE: dopo le guerre della seconda metà del secolo scorso nel territorio assegnato alla Prussia dal Trattato di Londra rimanevano consistenti minoranze di lingua danese che, in seguito al plebiscito del 1920, poterono riunirsi alla madre patria portando però con sè anche una minoranza di lingua tedesca. Per garantirne la tutela sorse la Schleswiger Wahlerverein (Associazione degli Elettori dello Schleswig settentrionale), rappresentata al parlamento danese, ed ottenne la riapertura delle scuole tedesche. Dopo la seconda guerra mondiale nacque la Bund Deutscher Nordschleswiger (Lega dei Tedeschi dello Schleswig settentrionale). Attualmente la popolazione tedesca in territorio danese gode di rappresentanti presso il consiglio regionale ed i consigli comunali e dispone di strutture culturali e linguistiche in collaborazione anche con le autorità tedesche.
  • Fær Øer, isole (Føroyar): in queste isole si parla una lingua germanica del gruppo nordico strettamente imparentata con l'islandese ed i dialetti rurali della Norvegia. L'arcipelago, formato da 18 isole ed ora abitato da 45.000 abitanti, passò sotto il dominio danese nel 1380 assieme alla Norvegia ma mantenne fino all'ottocento la propria tradizionale autonomia quando divenne una semplice contea danese e la lingua della madrepatria venne imposta come unica ufficiale nell'uso pubblico e nell'insegnamento scolastico. Le pacifiche proteste locali ottennero però il ripristino dell'insegnamento scolastico ufficialmente reintegrato nel 1938. Nel 1852 venne riaperto il Løgting, il parlamento locale,  mentre, nel 1906, venne fondato il Sjàlvstyrisflokkurin (Partito Patriottico) che nel 1918 ottenne la maggioranza nel parlamento locale ed il riconoscimento della lingua locale come prima lingua del paese. Durante la seconda guerra mondiale vi fu una crescita del sentimento nazionalistico ed in questo clima nacque il Folkaflokkurin (Partito del Popolo) che durante il periodo bellico mantenne la maggioranza in parlamento. Il partito autonomista Tjo Veldi Sfokkurin ha raccolto in passato il 25% dei voti isolani. Attualmente l'arcipelago è un'entità dotata di larghissima autonomia nell'ambito dello stato danese. Un tratto tipico delle isole è anche la religione poiché, a quella cristiano protestante, si affianca anche un antico culto millenario chiamatoBahi tipico solo di queste genti.
  • GROENLANDIA: questa vastissima nazione (2.175.600 kmq ) con una popolazione di soli circa 55.000 abitanti è oggi un territorio semiautonomo dipendente però ancora dalla Danimarca pur essendo dotata di una Dieta Groenlandese, l’Inatsi-satut, composta da 31 membri eletti proporzionalmente.
FINLANDIA (Lapponia)

In questa nazione scandinava la minoranza forse più nota è quella dei Lapponi o Samit un gruppo nomade presente anche in Svezia (10-20.000 individui), Norvegia (4-6.000 individui) e Russia (2.000 individui stanziali e cristiani ortodossi) presso i quali è ancora viva una lingua non indoeuropea di ceppo ugrofinnico (affine quindi al finlandese). Fino all'XI secolo i Sami vissero pacificamente di caccia, pesca e raccolta ma, con l'inizio della colonizzazione scandinava, cominciò la parabola discendente per il nomadismo lappone. Inizialmente anche la cristianizzazione di queste zone concorse alla distruzione della cultura lappone reprimendo in particolar modo la lingua locale. Successivamente, però, proprio ai missionari si dovrà la traduzione della lingua sami all'inizio dell'800. Comunque, in Norvegia, dal 1888 fino alla seconda guerra mondiale, era proibito utilizzare la lingua sami.
Già nel secolo scorso vennero prese le prime iniziative a favore delle popolazioni lapponi come associazioni culturali o scuole itineranti ma solo è verso la metà degli anni quaranta di questo secolo, che venne istituita la Sallskapet Same-Atnam (Società Culturale Lappone) la quale provvide alla normalizzazione ortografica dei principali gruppi linguistici lapponi (se ne contano almeno sette*). La prima associazione lappone è l'Associazione norvegese degli Allevatori fondata nel 1948. Nel 1956 nasce il Consiglio Sami, mentre nel 1958 la Ruota Samiid Rii'kasaer'vi (Unione Nazionale dei Lapponi Svedesi) attiva nella difesa della minoranza e che, nel 1962, ha ottenuto il riconoscimento di uno status giuridico per la lingua lappone e alcune forme di tutela. In Finlandia, nel 1989, invece è nato il Parlamento dei Sami, il loro organo di rappresentanza, mentre la lingua viene insegnata localmente fin dal 1985. Dal 1956, è attiva la Conferenza dei Lapponi del Nord detta anche Consiglio Nordico, un organo sovranazionale che ha ottenuto l'istituzione di cattedre di lingua Samit nelle principali università scandinave e la creazione, nel 1973, dell'Istituto Lappone Nordico che ha l'obiettivo di costituire un punto di riferimento culturale, politico e giuridico per tutto il popolo Sami. Infine non sono da sottovalutare i problemi che la costruzione di dighe quali quella sul fiume Alta in Norvegia, lo sfruttamento del petrolio in alto mare e la vicinanza di centrali nucleari pongono alla sopravvivenza del popolo Sami in funzione anche dello legame inscindibile esistente tra la natura e la cultura lappone.

*  tratto da Frammenti d'Europa di F. Toso; il volume Popoli Indigeni Popoli Minacciati ed. Comune Aperto parla invece di lingua sami divisa in 3 dialetti e 13 sotto-dialetti

FRANCIA

Localizzazione delle minoranze etniche sul territorio francese.

La Francia, insieme all’Italia, è sicuramente una delle nazioni più centralista d’Europa e si è sempre distinta per una politica spesso oppressiva e discriminatoria nei confronti delle minoranza interne. A tutt’oggi, malgrado siano stati fatti alcuni progressi, siamo ancora ben distanti da una reale tutela culturale e politica delle minoranze presenti. Ricordiamo che la Francia possiede ancora numerosi DOM (Domini d'oltre Mare) e TOM (Territori d'oltre Mare) residui dell'impero coloniale che comunque non sembra assolutamente intenzionata ad abbandonare ma, al contrario, sfrutta per i propri interessi come accaduto recentemente a Mururoa.

In Francia è attivo il Parti Federaliste di Jean-Philippe Allenbachcon sede a Cannes; esso punta ad una riforma che assicuri nuova libertà alle etnie e comunità politiche.

  • ALSAZIA E LORENA:nelle due regioni a lungo contese tra Francia e Germania già nel 1926, con il ritorno delle regioni alla Francia, nacque l’Heimatbund (Lega Patriottica) a carattere nazionalista e pangermanista. Dopo tentativi di assimilazione forzata perpetrati da entrambi i contendenti verso l’etnia opposta dagli anni ’60, ripresero vigore i movimenti politici autonomisti come il Mouvement Régionaliste d’Alsace-Lorraine e l’Union du Peuple Alsacien. Nel 1991 è stato inoltre varato un progetto di legge per introdurre forme concrete di bilinguismo.


    BRETAGNA (Armorica): partendo da una rinascita culturale già in atto, fin dalla seconda metà dell’ottocento cominciarono le prime rivendicazioni politiche con la creazione della Kevredigezh Broadel Breizh (Unione regionalista bretone ,1889), la rivendicazione della piena autonomia nel 1911 e le dimostrazioni contro la presenza francese dello Strollad Broadel Breizh (Partito nazionalista Bretone). Durante l’occupazione tedesca, nel 1943, venne creato il Bezan Perot una milizia regionale indipendentista. Dopo la liberazione la vendetta francese non si fece attendere e si dovette aspettare la metà degli anni cinquanta perché i nazionalisti potessero riorganizzarsi: nel 1966 nacque l’Union Démocratique Bretonne dalla quale si scisse poi il Front de Libération de la Bretagne entrato poi in clandestinità come ARB Armée Révolutionnaire Bretonne. Nel 1972 i nazionalisti di estrema sinistra crearono il Front de liberation de la Bretagne-Liberation Nationale et socialisme da cui deriva il gruppo terroristico Armée de Liberation de la Bretagne. Attualmente anche nella parte di Bretagna dove è diffusa la parlata neolatina denominata "gallo", la parte orientale della regione, hanno preso vita associazioni e circoli (ad es.: Amis du parler Gallo) che mirano ad una maggiore tutela della cultura e della lingua locale. Sono diverse le pubblicazioni in bretone e tra esse ricordiamo il mensile Bremann. Uno dei partiti indipendentisti più noti è il POBL, Parti pour l'organisation d'une Bretagne Libre. Inoltre non bisogna dimenticare la presenza delle scuole Diwan dove l'insegnamento scolastico viene impartito in lingua bretone e la recente comparsa di una nuova televisione che trasmette quotidianamente programmi in bretone. Il movimento bretone raccoglie diversi gruppi ma i militanti organizzati politicamente sono appena duemila; al suo interno il gruppo Emgann (che significa "lotta") occupa una posizione di estrema sinistra. Il giorno 19/4/2000 un attentato ad forse opera di secessionisti bretoni dell'ARB ha insanguinato Rennes: un bomba esplosa davanti ad un McDanald's ha ucciso una giovane ventisettenne. Nell'ottobre 2000 è rinato il movimento nazionalista bretone,
    Il nuovo movimento si chiama "ADSAV", che in bretone significa "RINASCITA". ADSAV pubblica un giornale che si chiama "WAR RAOK".

  • CORSICA: i provvedimenti legislativi del 1859 miranti a sostituire la lingua italia na con quella francese nell'uso comune diedero l'avvio al risveglio dell'identità isolana, che si manifestò soprattutto con iniziative volte alla valorizzazione delle parlate locali. Negli anni venti nacque anche un Partitu Corsu d'Azzione, irredentista, che ottenne un certo seguito soprattutto a partire dagli anni '60. Verso la metà degli anni '60 videro la luce i primi gruppi terroristici come Azzione per a Rinascita Corsa ed i partiti politici Front Régionaliste Corse, Partitu di u populu Corso e Unione di u Populu Corsu (UPC). In seguito alla nascita del clandestino Front National de Libération de la Corse (FLNC-Canale Storico) si creò una frantumazione nell’universo dei movimenti indipendentisti tra i quali spiccano l’Unita Naziunalita, vicina ai terroristi, Cuncolta Nazionale e Muvimentu per l’Autodeterminazione. Il consistente sostegno popolare alle richieste indipendentiste ha spinto il centralismo francese a fare alcune concessioni quali l’istituzione di un’università nella città di Corte, concessione dello statuto speciale (1982), creazione di un’Assemblea Regionale, parificazione del corso al francese (1989). Attualmente sono anche attivi i partiti politici Corsica Nazione e A Conculta Indipendentista non distante dalle posizioni del FLNC. Proprio recentemente (seconda decade del luglio 2000) si è acceso il dibattito sulla concessione all'isola di uno "statuto speciale" che consenta al parlamento regionale prerogative in materia legislativa, amministrativa e culturale (tra cui l'insegnamento della lingua corsa a scuola) e sembra che si possano avere sviluppi positivi per il popolo corso. Dopo l'assassinio dell'ex dirigente storico indipendentista Jean Michel Rossi avvenuto il 7 agosto, c'è stato un innalzamento della tensione ma i gruppi armato terroristici che si riconoscono nell'Unione dei Combattenti hanno comunque rispettato la tregue in vigore. Il gruppo Armata Corsa, uno dei gruppi più radicali e di recente formazione, politicamente vicino al defunto Rossi non aderisce invece alla tregua.
  • DELFINATO: nel cuore dello stato centralista francese anche nel Delfinato è attivo in movimento autonomista denominato Ligue Dauphinoise che si propone di rendere questo territorio autonomo.
  • OCCITANIA: con questo termine si indica l'insieme delle regioni in cui viene parlata la lingua d'oc diffusa in tutto il sud della Francia ed in alcune zone del Piemonte. Queste regioni non presentano comunque tratti unificanti e quindi, vista anche la frammentazione dialettale della lingua d'oc , il concetto di Occitania come soggetto unico risulta piuttosto astratto. Ciò non impedì nel 1959 la fondazione del Partit Nacionalista Occitan seguito poi dal Comitat Occitan d'Estudis e d'accion a sfondo socialista e legato all'I.E.O. (Institut d'Estudis Occitans). Nel 1971 il Lucha Occitania  raccolse le proteste sociali ed agricole raccordando i numerosi movimenti occitanisti. In seguito il gruppo Volèm viure pais proporrà uno statuto di autonomia per l'Occitania. Infine in Provenza sono attivi gruppi culturali quali Mouvament Parlaren e Union Provencalo. Bisogna comunque rilevare la diffusione nell'uso pubblico dei vari dialetti locali.
  • PAESI BASCHI: comprendono le province di Soule, Bassa Navarra e Labourd. Già nel XIX secolo nacquero le prime società interessate al recupero culturale. Dagli anni sessanta il partito più importante è stato l’Embata favorevole alla creazione di un'entità basca unica all’interno della comunità europea. Abertazaleen Batasuna è la sigla di un altro movimento separatista.Inoltre verso la fine degli anni settanta presero vita alcune formazioni terroristiche tra le quali Hordago ed Iperretarrak responsabili di alcuni attentati dimostrativi. Recentemente, dall'inizio dell'anno 2000, i gruppi armati hanno ripreso le azioni, senza mietere fino ad ora vittime.
Per maggiori informazioni sui gruppi armati baschi rimando al link

La dinamite di Plevin:i gruppi armati indipendentisti riprendono la loro azione

La nuova offensiva dell'ETA

  • ROSSIGLIONE: in questa regione, detta anche Catalogna Francese, vivono ancora 200.000 abitanti di dialetto catalano (stimati per eccesso). La rinascita culturale parte nel 1960 con la creazione del Group Rossellonès d’Estudis Catalans dal quale nacque nel 1968 l’Institut Rossellonès Catalans attivo nella battaglia per l’ottenimento del bilinguismo. Sono inoltre presenti alcuni gruppi politici quali Acciò Regionalista Catalana (fondato nel 1959), Esquerra Catalana (di sinistra) ed Unitat Catalana.
  • SAVOIA:il gruppo regionalista Mouvement Région Savoie batte per l’autonomia amministrativa dei due dipartimenti del Rodano-Alpi basandosi sulla specificità culturale e sulla tradizione di autogoverno della regione. Inoltre nel 1996, per iniziativa della Ligue Savoisienne, guidata da Patrice Abeille e Jean de Pignon, è stato creato un Governo Savoiardo Provvisorio in Esilio con sede a Ginevra.
  • WESTHOEK:ai confini con il Belgio vive un gruppo di circa 100.000 fiamminghi che, fin dal 1853 con la nascita del Comité Flamand de France, hanno sempre cercato l'appoggio dei fiamminghi belgi. Nel 1923 venne creata la Vlaamsch National Verbond (Unione Nazionale Fiamminga) che venne fortemente indebolita dopo la guerra dalla repressione francese in quanto, in precedenza, aveva offerto il suo appoggio ai tedeschi durante l’occupazione. Nel 1971 nacque il gruppo Michael de Swaen Kring per il recupero dell’idioma locale mentre nel 1982 il fiammingo è stato inserito tra le lingue interessate dalla Legge Deixonne.
  • Recentemente, anche in regioni in cui risiedono popolazioni tradizionalmente non considerate come minoranza etnica, hanno preso vita movimenti, spesso a sfondo culturale, che propongono la valorizzazione delle parlate locali, la tutela delle propria cultura ed una maggiore impostazione apertura federalista dello stato francese: è quanto sta avvenendo in Borgogna, nel Forez, nel Poitou-Saintonge, in Piccardia, in Normandia, dove tra l'altro è presente il Mouvement de la Normandie guidato da Didier Patte ed in Alsazia dove viene pubblicata la rivista tedesca Rot und Weiss.
GERMANIA

/// tedeschi in Danimarca   \\\ danesi (Schleswig)

In Germania la questione delle minoranze interne è meno pesante che in altre nazioni sia per il fatto che non sono presenti realtà marcatamente separatiste ma anche per il fatto che la politica tedesca nei confronti delle minoranze è sempre stata all’avanguardia e non ha costituito un ostacolo alla vita sociale e culturale delle etnie presenti sul suo territorio.

  • BAVIERA: in questa regione tedesca è molto attivo il partito regionalista della CSU  di ispirazione democristiana ed alleato, a livello nazionale, della CDU.
  • DANESI: dopo decenni di contesa tra Danimarca , Prussia ed Austria per il controllo delle aree mistilingue si arrivò, conclusa la prima guerra mondiale, allo svolgimento di un referendum (1920) che sancì la divisione dell’area contesa tra Danimarca e Germania cosicché venne compresa in territorio tedesco una minoranza danese formata attualmente da 30.000 individui. Nacquero subito associazioni per la tutela della minoranza come la Sydslesvigske Forening (Unione dello Schleswig meridionale). Anche dopo la seconda guerra mondiale la minoranza danese chiese nuovamente l’annessione alla Danimarca ma la questione venne risolta con accordi bilaterali che garantiscono tuttora un’adeguata tutela per le rispettive minoranze.
  • FRISONI: anche in Germania è presente una minoranza frisone di circa 60.000 unità (ma solo 10.000 individui parlano la lingua madre). Dispersi in piccole comunità tra altre genti di stirpe tedesca subirono un progressivo processo di assimilazione ma, dalla seconda metà del secolo scorso, furono protagonisti di un certo risveglio culturale legato anche all’idea panfrisone viva nei Paesi Bassi e, nel 1948, venne fondata la Forüning for Nationale Frashe (AssociazioneNazionale Frisone). Dal 1949 è attivo il Nord Friisk Instituut (Istituto della Frisia del nord) impegnato sul fronte della tutela linguistica. Significativo il fatto che il frisone occidentale venga insegnato nelle scuole della regione.
  • POLACCHI:nelle regioni della Westfalia e della Ruhr vivono alcune migliaia di persone di origine polacca discendenti dai minatori qui trasferitisi alla seconda metà del secolo scorso. Questa minoranza è linguisticamente quasi del tutto assimilata (rimangono poco meno di 5.000 locutori) ma mantengono viva la fede nella Chiesa Cattolica. Sono inoltre sorte alcune associazioni culturali attive nella rivitalizzazione della lingua polacca e delle tradizioni tipiche di questo gruppo.
  • SORABI (detti anche Vendi): sono un gruppo di lingua slava presenti in Lusazia. Non hanno mai dato vita ad una nazione indipendente restando di volta in volta sotto la tutela polacca, boema o tedesca. All’inizio dell’800 presero vita le prime associazioni culturali come la Serbske Predarske Towarstvo (1816) e la nazionalista Macica Sersbka nell’ambito di un nascente panslavismo. Con Bismark e la Kulturkampf si fecero pressanti i tentativi di assimilazione forzata  e la reazione soraba consistette nella fondazione della Serbski Dom, la prima biblioteca soraba mentre, nel 1912, avvenne la fusione di tutte le principali organizzazioni culturali e politiche nell'associazione. Domowina (Patria). Dopo la Grande Guerra i Sorabi rivendicarono inutilmente l’indipendenza e l’avvento del nazismo si tradusse per la popolazione soraba in una pesante repressione culturale ma, con la fine della guerra e la nascita della DDR le venne riconosciuta la sua specificità linguistica e culturale, l’insegnamento scolastico della lingua, l’istituzione di cattedre universitarie ed una adeguata rappresentanza politica. Il problema maggiore dei Sorabi, attualmente ridotti a circa 60.000 individui, consiste nel basso tasso di natalità e nell’influenza della cultura tedesca che rischia di erodere, soprattutto presso le giovani generazioni, il patrimonio culturale storico di questa minoranza.


 GRAN BRETAGNA
 
 

Localizzazione delle aree linguistiche minoritarie nel Regno Unito.

Il popolo inglese si è dimostrato sempre molto aggressivo verso le nazioni con i quali è venuto in contatto. Già nei confronti dei propri vicini gallesi, scozzesi ed irlandesi la politica imperialista inglese si espresse in un continuo di aggressioni e lotte al fine di sottomettere tutta ll'arcipelago. Il genocidio del popolo irlandese durante il quale, nel secolo scorso, morirono due milioni di persone e molti altri furono costretti ad emigrare causa la rapacità dei proprietari terrieri che aggravarono notevolmente la "carestia delle patate" è solo uno dei tanti episodi che costellano la storia inglese. Bisogna anche ricordare che l'Inghilterra, oltre a non aver ancora concesso la libertà ai popoli gallesi e scozzesi, sono l'unica nazione a possedere una colonia in Europa: l'Ulster dove ancora oggi la popolazione civile muore a causa della presenza ingiustificata di un popolo ed un esercito occupante. Nei territori del proprio impero coloniale, infine, la politica inglese non è stata certo migliore e costituisce a tutt’oggi la causa di gravissimi problemi in diverse parti del mondo.

  • CORNOVAGLIA: questa contea inglese fu, fino al XVI secolo, un ducato indipendente nel quale era in uso una lingua celtica affine al gallese ed al bretone. Nel 1901 H.Jenner creò la società Cowethas Kelto-Kernuak (Società Celtica Cornica) interessata al recupero ed alla rivitalizzazione del Cornico. Nel 1933 la società Tyr ha Tavas (Patria e Lingua, 1933) iniziò un discorso politico sulla base della precedente esperienza culturale, mentre nel 1951 il gruppo Mebyon Kernow (Figli di Cornovaglia) iniziò la battaglia politica per il riconoscimento della propria specificità e della propria autonomia amministrativa. In seguito movimenti più radicali trovarono scarso seguito ed anche l’utilizzo del cornico nell’uso parlato non ha trovato un grande consenso; a livello accademico riveste particolare importanza l’opera dell’Institut of Cornish Studies nato nel 1973. Attualmente si contano dai 120 ai 200 locutori di cornico e circa un paio di migliaia di individui che hanno una conoscenza parziale della lingua. Inoltre il Meybon Kernow, il Partito per la Cornovaglia, è attivo sia sul fronte delle rivendicazioni politiche (1% alle ultime politiche)  sia su quello della lotta per la propria cultura e le tradizioni celtiche. Il Meybon Kernow ha anche promosso la rievocazione, a cui hanno partecipato centinaia di persone, della rivolta di Cornovaglia quando 15.000 cornish marciarono su Roma contro la decisione del re Di imporre nuove tasse per finanziare l'invasione inglese alla Scozia.
  • GALLES:dopo secoli di lotte per la conservazione della propria indipendenza e della propria identità nazionale fu definitivamente annesso alla corona inglese con l'Atto di Unione del 1536. Da questo momento i tentativi di assimilazione culturale furono continui ed aggravati anche dalla massiccia immigrazione inglese ed irlandese nelle zone minerarie. La reazione portò alla creazione di società culturali negli ambienti degli emigrati a Londra come il Cymmorodion ( I Compagni, 1751), il Gwinneddigion o la società segreta Gorsedd attiva nel recupero delle tradizioni druidiche. La rinascita nazionalista accelerò dal XIX secolo a causa delle discriminazioni imposte all'uso della lingua gallese e nel 1925 vide la luce il Playd Cymru (Partito nazionale gallese) di ispirazione socialdemocratica tuttora il più importante partito indipendentista e fautore dell'indipendenza del Galles nell'ambito del Commonwealth. Anche numerose associazioni nacquero allo scopo di promuovere la cultura gallese; tra queste vi sono l'Undeb Cymru Fidd (Ordine del nuovo Galles, 1941), l'Urdd SiaradCymraeg (Ordine del Gallese Parlato, 1947), l'Yr Academi Cymraeg (Accademia Gallese), l'Università del Galles, il Pwillgor Datblygu Addyss Gymraeg (Comitato per l'insegnamento della Lingua Gallese, 1987) ed il Cymdeithas yr Iaith Gymraeg (Società della lingua Gallese,1962). Tra i movimenti nazionalisti armati era attivo il Byddin Rhyddid Cymru (Esercito di liberazione gallese) nato nel 1969 responsabile di alcune azioni dimostrative. Le prime concessioni da parte inglese risalgono al 1975 con la creazione dell'Assemblea Regionale Gallese mentre nel 1999, contemporaneamente a quanto successo in Scozia ed in Ulster la devolution inglese ha permesso la riapertura di un Parlamento Autonomo Gallese competente in alcuni specifici settori. Attualmente il gaelico gallese è la più vitale tra le lingue del ceppo e conta circa 550.000 locutori in tutto il paese concentrati sopratutto nelle zone rurali. Anche i media danno un certo contributo al mantenimento della lingua con trasmissioni radiofoniche e televisive anche se manca ancora un quotidiano. Ciononostante la cultura e la lingua gaelica subisce sempre più una crescente erosione a favore di quella inglese.
  • INGHILTERRA: anche in regioni tradizionalmente non bilingui e non interessate da tensioni separatiste sono presenti alcune formazioni politiche indipendentiste come il Wessex Regionalist ed il Movement for Middle England.
  • MAN, isola di: in quest’isola già regno vichingo indipendente, possedimento scozzese ed ora annessa alla corona inglese si parlava il Manx, un dialetto celtico del gruppo goidelico, caduto in disuso a partire dal XVII secolo (l’ultimo parlante di lingua madre è scomparso nel 1974). L’isola è sempre stata dotata di statuti propri e l’unico movimento a sfondo nazionalista vide la luce nel 1964 con il nome di Mac Vannin; esso si batte comunque a sostegno delle tradizioni e della lingua locale. Un dato significativo riguarda la popolazione che, solo per il 35%, è di origine locale.
  • SCOZIA: anticamente divisa in vari reami, fu unificata tra l'844 e il 1018 ma, già dall'XII secolo crebbe l'influenza inglese sulla parte meridionale del regno e, conseguentemente della cultura inglese ai danni di quella gaelica che venne progressivamente confinata nelle zone occidentali e settentrionali. Nel 1273 il sovrano scozzese dovette fare atto di sottomissione all' Inghilterra e, dal 1560, l'introduzione della riforma protestante contribuì all'erosione dell'identità scozzese. Nel 1603 Giacomo I riunì sotto il suo scettro i regni di Scozia, Irlanda ed Inghilterra e nel 1707 l'Atto di Unione decretò la definitiva fusione della Scozia con il resto della Gran Bretagna. Per reagire all'assimilazione culturale ormai diffusa fu fondata, nel 1772, la Società Gaelica di Londra e la Edinburgh Society for the Support of Gaelic Schools fino ad una nuova reintroduzione del gaelico nell'insegnamento scolastico (nuovamente abolito nel 1872) ed alla creazione della Gaelic Society of Inverness (1871) e dell'An Comunn Gaidhealach (Associazione Gaelica, 1891). A partire dal secolo scorso divenne pressante la domanda di una autonomia legislativa motivata più da motivi economici che non etnico-culturali fino a sfociare, nel 1928, nella fondazione dello Scottish National Party guidato da Alex Salmond, il partito tuttora più rappresentativo nell’ambito dell’autonomismo scozzese affiancato da numerosi altri movimenti autonomisti tra i quali anche lo Scottish Liberation Army, movimento a carattere rivoluzionario degli anni ‘50. Grazie anche alla collaborazione dei laburisti inglesi nel 1975 si arrivò alla concessione di un’assemblea autonoma e più recentemente, nel l999, alla riapertura del Parlamento Scozzese autonomo in specifici campi.
  • ULSTER:La questione nordirlandese trae la sua origine nel famigerato Atto di Unione del 1801 con il qual e il regno d’Inghilterra si annetteva formalmente il regno d’Irlanda. La popolazione non accettò passivamente la situazione e, dopo decenni di lotte, riuscì ad ottenere la Home Rule (autogoverno) che però non fu subito applicata a causa dei radicali irlandesi, favorevoli alla piena indipendenza, e dei protestanti dell’Ulster, favorevoli all’unione con la Gran Bretagna. Dopo la rivolta del 1916 prese vita un Governo clandestino organizzato dai nazionalisti del Sinn Fein e, nel 1918, si riunì il Parlamento Irlandese. Purtroppo, nel 1912, mentre il resto dell’Irlanda conquistava l’indipendenza, sei delle nove contee dell’Ulster (solo quelle a maggioranza protestante ed escludendo le tre a maggioranza cattolica) rimanevano legate ancora alla corona inglese. I nazionalisti più decisi non accettarono questo stato di cose e diedero vita al Fianna Feil, partito indipendentista, ed all’attività clandestina dell’I.R.A. (Irish Republican Army). Nel 1932 si ebbe poi la proclamazione della repubblica dell’Eire. Da allora in poi la discriminazione nei confronti della comunità cattolica si fece feroce in ogni campo della vita civile provocando un aumento della tensione culminato nel 1968 con la degenerazione del confronto in scontro armato. Ciò diede la scusa all’esercito inglese per insediarsi in Ulster ed al Governo inglese per sciogliere lo Stortmont. Nel 1973 si tenne un referendum, boicottato dai cattolici, che ribadì la volontà dei lealisti di rimanere fedeli alla corona. Nel 1981 le elezioni per il nuovo parlamento assicurarono la netta maggioranza alla componente unionista (Official Unionist Party ed altri gruppi) e nello stesso periodo i gruppi cattolici (IRA, INLA, ecc.) e quelli protestanti (Ulster Volunteer Force, Ulster Defence Association, ecc.) cominciarono la propria attività terroristica. Nel 1981 ben 10 detenuti politici dell’IRA, guidati dall'ormai leggendario Bobby Sands, si lasciarono morire di fame durante uno sciopero atto ad alleviare le condizioni dei detenuti cattolici nelle carceri speciali. Nel dicembre 1993 i governi inglesi ed irlandesi raggiunsero un primo accordo che vide i suoi frutti nella sospensione delle attività dei gruppi terroristici che venne poi ripresa in seguito. Ultimamente gli accordi del Lunedì di Pasqua del 1998 ed il referendum che ha sancito la volontà della popolazione di perseguire una soluzione pacifica del problema, hanno posto le basi per un deciso calo della tensione favorendo il dialogo tra le due comunità ma anche tra le forze politiche che le rappresentano. Sul finire del 1999 ha preso vita anche il nuovo governo nordirlandese misto ed eletto liberamente dal popolo grazie anche alla politica di devolution inglese ed all’azione del ministro britannico per l’Ulster. Bisogna anche notare che, all’interno della costituzione della repubblica dell’Eire, è stata abolita la considerazione dell’Ulster come una parte integrante della repubblica solo momentaneamente separata dalla madrepatria. Sul finire del mese di gennaio 2000, però, il processo di pace sembra aver subito una decisa frenata dopo che sia l'IRA che i gruppi armati protestanti si sono rifiutati di deporre le armi: ciò ha comportato un irrigidimento anche da parte inglese che ha sciolto il Parlamento Nordirlandese affidando pieni poteri ad un commissario nonostante il tentativo fatto in extremis da Jerry Adams allo scopo di salvare il processo di pace. Tra la fine di giugno e l'inizio di luglio 2000, comunque, il dialogo è ripreso tanto da rendere possibile la riapertura del parlamento. In luglio forte è stata la tensione a causa delle tradizionali marce delle Confraternite Orangiste. Inoltre le frange dissidenti del terrorismo "cattolico", sopratutto INLA e Real IRA, hanno ricominciato le proprie azioni sia in Irlanda che in Inghilterra dove è stata fatta trovare una bomba in una stazione durante i festeggiamenti per il centenario della Regina Madre.
GRECIA
  • ALBANESI: gli albanesi residenti in Grecia sono oggigiorno almeno 60.000 e, parte di questi di religione ortodossa e detti Arvaniti (gli albanesi musulmani sono invece detti Çams), vivono nella Grecia centrale. Anche in questo caso i governi ellenici hanno sempre attuato una politica di assimilazione dovuta anche ai freddi rapporti intrattenuti con l'Albania, anche se, più recentemente, la tutela almeno culturale degli albanesi sembra aver preso sostanza con l'apertura di una cattedra di albanese all'università di Atene.
  • AROMUNI:questa etnia, le cui genti vengono chiamate anche Valacchi o Cutzovalacchi, vivono sopratutto in Epiro, nel Pindo ed in Tessaglia e parlano due varietà neolatine imparentate al romeno, il macedoromeno ed il meglenoromeno. In Grecia, come purtroppo anche le altre minoranze, gli Aromuni non godono di alcuna forma di tutela ma esiste tuttavia l'associazione Trâ armanâmi con sede a Parigi attiva per la conservazione dell'identità aromuna.
  • TURCHI DI TRACIA: una popolazione di circa 90.000 Musulmani di lingua turca è tuttora stanziata in Tracia, residuo del gruppo ben più numeroso (600.000 individui) che prima del 1923, all'epoca degli scambi di popolazione tre Grecia e Turchia, abitava la regione. La tensione continua tra le due nazioni non ha permesso iniziative concrete di tutela nei confronti della minoranza ma questa è comunque rappresentata politicamente dal gruppo Musulmani della Tracia che ha mandato due rappresentanti al Parlamento di Atene durante le elezioni del 1990.
  • ALTRE MINORANZE: In Grecia sono presenti anche altre minoranze che comunque non godono di miglior trattamento di quelle sopra descritte. Tra queste ricordo gli Slavi macedoni della Macedonia greca il cui numero è imprecisato anche in funzione della forte campagna di ellenizzazione condotta nei loro confronti. Purtroppo, dopo l'Olocausto della seconda guerra mondiale, la comunità degli Ebrei Sefarditi, giunti dopo la cacciata dalla Spagna, è ormai praticamente scomparsa dal territorio greco e con essa la sua particolarissima lingua e tutta la sua cultura. Anche i protagonisti di un'altra diaspora, gli Armeni, sono ormai scomparsi, tornati in ciò che rimane dell'Armenia storica oppure dispersi sul territorio ed assimilati.
IRLANDA (EIRE)

La repubblica irlandese è un paese etnicamente sostanzialmente omogeneo. Un gruppo però molto particolare è presente sul suo territorio: si tratta dei "Travellers" o calderai, un gruppo di nomadi stimati in numero di circa 30.000 individui. La loro origine è ancora incerta ma tre sono le principali teorie su di essa. La prima li considera discendenti dei bambini rimasti orfani dopo la carestia della patata a metà del secolo scorso. La seconda pensa siano legati ai profughi trasferitisi all'ovest per sfuggire alle armate di Cromwell. La terza e scientificamente più plausibile, li riconduce ai calderai dell'età del bronzo e quindi la loro origine e la loro lingua sarebbero antichissime. i legami interni della comunità sono molto fori e le famiglie numerose (anche di dodici figli) non sono una rarità. Attualmente i rapporti dei nomadi con la popolazione stanziale sono pessimi tanto da creare una sorta di apartheid silenziosa nei loro confronti e da escluderli da qualsiasi contatto sociale con gli altri cittadini. Anche i nomadi, d'altro canto,  hanno le loro responsabilità in quanto spesso assumono comportamenti rissosi o comunque lesivi nei confronti delle comunità che li ospita.

MACEDONIA

La Repubblica di Macedonia è nata nell'ambito del disfacimento della Federazione Jugoslava ed ha proclamato la propria indipendenza nel settembre del 1992. Come quasi tutte le repubbliche ex jugoslave, ha una composizione etnica non uniforme che ha causato, specie durante e dopo il recente attacco statunitense in Kosovo, diversi momenti di tensione tra le varie componenti. Già dal '92, comunque, l'ONU è stata costretta ad inviare un contingente di interposizione al confine tra Macedonia e Jugoslavia. Lo stato macedone ha assunto comunque un atteggiamento di sostanziale rispetto nei confronti delle proprie minoranze.

  • ALBANESI: lungo il confine con l'Albania risiede la più consistente delle minoranze presenti nel paese. Gli albanesi, in maggioranza di religione musulmana, costituiscono il 21% della popolazione (censimento del 1992), ma con molta probabilità la percentuale si aggira attorno al 40 %. Nel '92 un referendum autoconvocato votava la nascita della Repubblica Autonoma d'Illiria allo scopo di ottenere maggiore autonomia amministrativa e la trasformazione della Macedonia in un'entità cantonale. Nelle elezioni dell'ottobre 1994 il Partito del Rinnovamento Democratico ha inviato 10 rappresentanti al parlamento macedone.
  • SERBI: rappresentano il 2,2 % dei residenti in Macedonia e sono localizzati sopratutto nella regione nord-orientale del paese. Politicamente la comunità serba è rappresentata dal Partito Democratico dei Serbi di Macedonia.
  • TORBESI: costituiscono il 2,5 % della popolazione e sono slavi islamizzati affini ai bosniaci.
  • TURCHI: costituiscono il 4,8 % della popolazione e praticano la religione musulmana. Sono presenti lungo la riva sinistra del Vardar ed attorno a Tetovo, Bitola, Veles e Stip.
  • Altre minoranze: gli Aromuni presenti in Macedonia nel secondo dopoguerra erano all'incirca 100.000 ma il censimento del 1992 parla solo di un 2,2 % di "romeni" presenti. La loro consistenza attuale è comunque difficilmente stimabile. Gli Zingari, stando a dati del 1991, costituivano il 2,7 % della popolazione. Il numero degli Ebrei Sefarditi è ormai minimo.


OLANDA

FRISIA: dopo un periodo di decadenza della cultura frisone, nella prima metà dell'800, si verificò il risveglio dell'identità frisone suggellato dalla nascita, nel 1844, della Selskip foar Fryske Tael en Skriftekennisse (Società per la Lingua e la Letteratura Frisone) che pose le basi per l'attività di gruppi politici indipendentisti quali l'associazione Wraldfries (Frisoni nel mondo, 1907) e la Jong Fryske Mienskip (Associazione dei Giovani Frisoni, 1915) mentre nel 1938 nacque la Frysk Akademy (Accademia Frisone) attiva nella promozione della cultura frisone. Dal 1950 in poi il governo olandese concesse ampie tutele all'utilizzo della lingua frisone, la riammissione del suo insegnamento (1950,1975) ed il suo utilizzo in ambito giudiziario. Attualmente il F.N.P.(Frysk Nasjonale Partj)  è il maggior partito autonomista della regione (14% dei voti regionali in passato), vanta un rappresentante alla Camera Alta olandese e persegue la trasformazione dell'Olanda in uno stato federale.

POLONIA

Gli autonomisti della Slesia sono rappresentati dal partito Ruch Autonomii Slaska

SPAGNA

Localizzazione delle aree linguistiche minoritarie in Spagna.

  • ANDALUSIA: il Partito Nazionalista Andaluso ha ottenuto il 6,7 % dei voti alle regionali del 1996 ed ha mandato un rappresentante alle Cortes di madrid con le elezioni del marzo 2000 (0,9 % dei voti)*.
  • ARAGONA: l’associazione culturale autonomista Nogara ha come scopo quello di propagandare tradizioni, storia, cultura e lingua di questa antica regione. Il Partito Autonomista Aragonese (centro-destra) alle politiche del 1993 elesse un suo deputato alle Cortes di Madrid ed alle elezioni del marzo 2000 ha confermato un proprio rappresentante (0,33 % dei voti). In questa regione si combatte per ridare dignità alle parlate navarro-aragonesi (Fabla) attualmente in forte regresso dopo la forzata castiglianizzazione fin dal Medioevo.
  • ASTURIE: in questa regione è attivo il Partiu Asturianista che sostiene le rivendicazioni culturali portate avanti da associazioni quali l’Academia de la Llingua Asturiana e la Xunta pola Defensa de la Llingua Asturiana. La lingua asturiana detta Bable, è riconosciuta dalle autorità come lingua specifica e degna di tutela ed attualmente è parlata da circa 200.000 locutori.
  • BALEARI: sono attive le formazioni politiche l’Uniò Mallorquina, moderata, ed il Partit Socialista de Mallorca.
  • CANARIE: la repressione delle autonomie da parte del regime franchista, la presenza di basi NATO e l’incontrollato sfruttamento turistico provocarono negli anni cinquanta e sessanta la protesta nazionalista del Movimento per l’indipendenza e l’Autodeterminazione delle isole Canarie (filomarxista) ma successivamente, grazie anche all’autonomia amministrativa concessa dal governo centrale e dal miglioramento del tenore di vita, perse gran parte del suo consenso. Nel 1996, comunque, la Coalicion Canaria che si batte per la piena applicazione degli statuti di autonomia confermò la sua rappresentanza di 4 deputati alle Cortes di Madrid ed anche nelle recenti elezioni del marzo 2000 ha ottenuto gli stessi rappresentanti (1,06 % dei voti).
  • CASTILLA Y LEON: in questa regione il separatismo leonese è rappresentato dall'Union Pueblo Leonés che, nel 1997, ha ottenuto il 13% dei voti nella propria regione punta alla separazione di Leon dalla regione Castilla y Leon. Il partito è dotato anche di un movimento giovanile denominato Conceyu Xovenes.  I leonesi si considerano discendenti degli asturiani che vivevano nella regione prima dell'arrivo dei romani; essi sono comunque riusciti a tutelare la propria identità culturale anche in ragione del fatto che i romani consideravano Leon una regione periferica dell'impero e quindi di scarso interesse. A differenza delle Asturie, che sono un principato autonomo in cui viene anche tutelata la lingua locale, in Leon non esiste alcuna forma di autonomia o di tutela linguistica.
  • CATALOGNA:dopo la repressione franchista e l’abolizione di tutte le forme di autonomia amministrativa e culturale dagli anni cinquanta riprese vigore il nazionalismo catalano. Accanto a dimostrazioni di massa pacifiche non mancarono anche azioni dimostrative da parte di gruppi come il Front d’Alliberament Català o Terra Lliure. Durante il periodo franchista i gruppi più attivi furono principalmente l’Unio Democratica de Catalunya, democristiana, il Front Nacional de Catalunya, indipendentista ed il Partit socialista unificat de Catalunya e nel 1979 venne negoziato con il governo centrale lo statuto di indipendenza. Attualmente al governo della regione autonoma è la coalizione di Convergència i Uniò guidata da J. Pujol (15 deputati eletti alle consultazioni del marzo 2000 ottenendo il 4,2 % dei consensi), moderata, ma sono attive anche Esquerra Republicana de Catalunya, gruppo autonomista di sinistra (1 deputato e lo 0,84 % dei voti alle politiche del marzo 2000) ed Iniziativa per la Catalogna (1 deputato e lo 0,52 % dei voti); inoltre esiste anche il Partit per l'Indipendencia di Xavier Bloch. La lingua catalana è oggi usata abitualmente da 8.000.000 di persone, ampiamente tutelata e diffusa nell’uso pubblico-amministrativo ed è tutt’ora l’unica lingua ufficiale del Principato di Andorra.
  • GALIZIA: è una regione situata in territorio spagnolo proprio a nord del Portogallo ed è popolata da genti di origine celtica (i Galeghi). Il nazionalismo Galego nacque negli anni venti e nel 1931 venne fondato il Partido Galeguista che nel 1936 ottenne lo statuto di indipendenza, inapplicato però a causa della rivoluzione. Dagli anni settanta operarono alcuni movimenti autonomisti quali Union do Pobo Galego (di ispirazione marxista e comunque minoritaria), il Partido Socialista Galego  ed il Partido do Pobo Galego. Attualmente il Bloque Nacional Galego è il movimento più rappresentativo del nazionalismo avendo ottenuto alle elezioni politiche del 1996 due seggi al parlamento nazionale diventati poi tre (1,32 % dei voti) dopo le consultazioni del marzo 2000. Inoltre con la costituzione del 1978 la regione ha ottenuto una larga autonomia amministrativa (1981) e il riconoscimento del Galego come lingua nazionale (1983; attualmente il Galego è parlato dall'80% della popolazione).
  • GIBILTERRA: nella contesa tra Inghilterra e Spagna per il possesso del piccolo territorio si è sviluppato un movimento favorevole alla piena indipendenza da entrambe le nazioni.
  • PAESI BASCHI (Euskadi): sono formati dalle province di Alava, Guipuzcoa, Vizcaya dalla Navarra e dalle province francesi di Soule, della Bassa Navarra e di Labourd. La lotta indipendentista nasce ufficialmente nel secolo scorso quando, nel 1895, S.Arana Goiri creò l'Eusko Alderdi Jeltzalea (Partido Nacionalista Vasco, P.N.V.) di ispirazione cattolica e conservatrice mirante all'unificazione, in uno, stato federale delle terre basche si a spagnole che francesi. La presa al potere di Franco mise fuorilegge il P.N.V. e segnò l'inizio della repressione dell'identità basca tanto che, causa anche la massiccia immigrazione di spagnoli, all'inizio degli anni '70 solo il 46% della popolazione parlava la lingua basca. L'inizio degli sessanta vede la nascita dell'E.T.A.(Euskadi ta Askatasuna = patria basca e libertà gruppo terroristico indipendentista di ispirazione marxista) che adottò subito la lotta armata e può anche contare su un apparato internazionale di sostegno detto Xaki. Nel 1978 il PNV negoziò con Madrid lo statuto di autonomia approvato poi, da una stretta maggioranza, mediante un referendum. Le formazioni politiche più importanti sono attualmente Euskadi Herritarrok(coalizione di più formazioni indipendentiste tra le quali vi è Herry Batasuna, forte anche della sua organizzazione giovanile Jarrai composta da decine di commando metropolitani in grado di compiere migliaia di attentati) ala politica dell’ E.T.A. che contava 2 rappresentanti a Madrid prima delle elezioni del marzo 2000 al quale non si è presentata per protesta, il PNV maggioritario al parlamento regionale (7 rappresentanti a Madrid e 1,53 % dei consensi dal marzo 2000) ed Eusko Alkartasuna formazione autonomista di sinistra (1 rappresentante a Madrid e lo 0,44 % dei voti). Recentemente dall'inizio dell'anno 2000, l'ETA ha rotto la tregua durata un anno e mezzo ed ha cominciato una nuova campagna di attentati, notevolmente intensificatasi dall'inizio di luglio.
Per maggiori informazioni sui gruppi armati baschi rimando ai documenti:

La dinamite di Plevin- i gruppi armati indipendentisti riprendono la loro azione

La nuova offensiva dell'ETA

  • VAL D'ARAN: si trova nella parte alta del bacino della Garonna sul versante francese dei Pirenei ed è abitato da circa 5.000 persone legate amministrativamente alla Catalogna. Qui si parla una varietà dialettale guascona, l’Aranés, tutelata ad ogni livello ufficiale.
  • VALENCIA:per quanto riguarda la comunità valenciana il gruppo più rappresentativo è l’Uniò Valenciana. In questa regione pur essendo viva la matrice catalana lo standard linguistico è distinto da quello in uso in Catalogna.


    *I dati sui risultati elettorali delle consultazioni del marzo 2000 sono tratti dalla tabella pubblicata dal "Corriere della Sera" del 14/3/2000.

SVEZIA

In Scania, la regione che comprende l'estrema propaggine meridionale della Svezia, il locale movimento autonomista preme per una sempre maggiore autonomia dal governo centrale. La lingua locale trae le sue origini nell'undicesimo secolo data a cui vengono fatte risalire le rune di Scania. Attualmente, a causa della svedesizzazione forzata durata secoli ed alla frammentazione della lingua locale in una moltitudine dialettale, impedisce di adottare uno standard comune anche se notevoli sono i contributi della lingua di Scania allo svedese odierno e numerose sono le pubblicazioni in lingua locale.

SVIZZERA

Localizzazione delle aree linguistiche in Svizzera.

Anche nella confederale e tranquilla nazione alpina non tutto gira per il verso giusto tanto che sono sorte diverse formazioni politiche per reclamare una maggior tutela delle minoranze presenti anche se bisogna ammettere che le autorità elvetiche hanno sempre mantenuto un comportamento degno nei confronti delle minoranze interne, ben diversamente da quanto fatto dalle limitrofe Italia e Francia.

  • LIGUE VAUDOISE che mira a tutelare l’antica comunità vaudese.
  • LEGA TICINESE nata nel Canton Ticino (di lingua Italiana) sull'esempio della vicina Lega Nord allo scopo di tutelare maggiormente la cultura cantonale sempre però nel quadro della Confederazione Elvetica.
TRANSDINIESTRIA

In questa piccola regione gli autonomisti ritengono il proprio paese gemello della Moldavia.

TURCHIA EUROPEA

Dall'inizio del secolo, e sopratutto dopo il travaso di popolazione seguito agli accordi greco-ciprioti, la situazione delle minoranze etniche in Turchia è profondamente mutata; in particolar modo Costantinopoli ha ormai perso il carattere di metropoli cosmopolita. Attualmente i greci residenti in territorio turco sono circa 50.000, gli armeni 33.000 e gli ebrei sefarditi 38.000.

 

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