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I Fatti                           

                             I Fatti - Visto da destra e visto da sinistra

SINISTRA

(da dillo ad Alice)

“Domenica una delle reti di Mediaset ha sostituito un film annunciato con la replica di Matrix e poi con tre ore intere di spot berlusconiano già andate in onda la sera prima.

E lo ha fatto senza la pubblicità, quindi rinunciando a parecchi soldi! E' la prova che Berlusconi vuole dare il solito segnale di arroganza: sono ricco e potente e posso fare quello che voglio.

L'Unione deve fare bene la sua campagna elettorale, coordinando le presenze televisive dei propri dirigenti. Ma soprattutto abbiamo bisogno che si discuta, anche in televisione, dei fatti e della realtà, non delle favole; abbiamo bisogno di confronti sui problemi reali delle persone e sulle soluzioni che la politica, la sinistra, è in grado di dare.

Altrimenti c'è un pericolo: che una persona come Gramsci, non bello, gobbo, con un linguaggio tutt'altro che televisivo, non sarebbe eletta. Eppure l'Italia, ancora oggi, avrebbe un grande bisogno di parlamentari come Antonio Gramsci”.

Sandro Curzi (consigliere di amministrazione RAI)

Sandro Curzi

PAR CONDICIO

DESTRA

(da dillo ad Alice)

Anche gli ideatori della "par condicio", nel profondo dei loro ricordi di scuola, dovevano avere piena consapevolezza della illiberalità e dell'eccezionalità della norma, tant'è che ne hanno limitato il tempo di applicazione, che scatta appunto quando si indicono i comizi elettorali e si esaurisce col voto.

La legge nasce da un profondo disprezzo nei confronti degli elettori, considerati inermi e acritici destinatari di messaggi catodici, e tuttavia i padri non nobili lo consideravano essi stessi uno strumento temporaneo, ritenendo sufficiente neutralizzare l'opposizione di allora nel momento decisivo e cruciale della campagna elettorale conclamata.

La normativa, inoltre, rivela la completa mortificazione della libertà, dell'autonomia e della creatività dei giornalisti televisivi. Ma l'ordine professionale e il sindacato dei giornalisti non protestano, le limitazioni, anche gravi, che vengono da sinistra hanno sempre una giustificazione storica e il marchio di garanzia del "politicamente corretto".

Ebbene, alla sinistra la "par condicio" così com'è, a tempo determinato, non basta più, adesso la vuole per tutto l'anno, per sempre, perché la cappa dei divieti e delle limitazioni controlli in eterno la comunicazione televisiva. Tutta, dal servizio pubblico alle tv commerciali.

Il centrosinistra e le sinistre avrebbero potuto, con un minimo di decenza e di trasparenza, portare avanti il loro disegno illiberale alla luce del sole, magari accettando che la legge fosse ridiscussa in Parlamento.

Ma la presenza di una sicura maggioranza che si sarebbe opposta con successo a questa pretesa, ha indotto le opposizioni a coltivare in segreto il sogno inconfessabile e a tentare di realizzarlo tortuosamente, fuori dagli schemi soliti in una democrazia occidentale.

E non è forse un caso che il presidente dell'Autorità per le comunicazioni abbia colto la palla al balzo dicendosi pronto a sfornare un "atto di indirizzo" che vincoli anche Mediaset e le altre tv private a rispettare certi limiti.

Corrado Calabrò ritiene, infatti, che obbiettività e pluralismo, così come si desumono dal testo della "par condicio", debbano valere per tutto l'anno e per tutti.

Ma chi decide che cosa siano obiettività e pluralismo? Una serie di organismi che di fatto si mettono a rifare i palinsesti e le scalette delle trasmissioni, minacciando sanzioni per chi non rispetta le superiori indicazioni.

La democrazia è servita.

Motore Azzurro

 

 
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Aggiornato il: 09-02-06.